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Un Mondo senza mine

Domani si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale voluta dalle Nazioni Unite per promuovere maggiore conoscenza e sostegno alle misure per eliminare il  problema delle mine e degli ordigni inesplos per eradicare definitivamente questa minaccia dal Mondo

Il Trattato di messa al bando delle mine (1997) e la Convenzione sulle Munizioni Cluster (2008) – ricorda la Campagna Italiana contro le mine – rappresentano le due cornici legali internazionali di riferimento per impedire l’uso, la produzione, il commercio e lo stoccaggio di mine antipersona il primo e di munizioni cluster il secondo. Il Trattato di messa al bando delle Mine rappresenta uno dei trattati sul disarmo umanitario con più adesioni, l’80% dei paesi ha infatti aderito (164 stati). Ad oggi sono stati distrutti oltre 55milioni di mine presenti negli arsenali e 30 paesi si sono dichiarati liberi dalle mine, ultimi in termini di tempo il Cile ed il Regno Unito lo scorso anno. Restano al mondo 60 paesi inquinati da mine e/o munizioni cluster.

Mine antipersona continuano ad essere usate dal governo del Myanmar così come da alcuni gruppi armati non statali presenti in alcuni Paesi. Il 2019 è stato il quinto anno consecutivo con un alto numero di incidenti, ne sono stati registrati oltre 5000, a causa dell’uso indiscriminato di mine in particolare quelle definite improvvisate, oltre ad altri residuati bellici esplosivi. Sono 34 gli Stati che ancora detengono scorte di mine e 32 quelli che ancora non hanno aderito al Trattato di messa al bando. Le munizioni cluster sono state usate lo scorso anno nel conflitto in Nagorno Karabakh, e sono ancora utilizzate, in maniera continuativa dal 2012, in Siria. Il 99% delle scorte di questi ordigni detenuti dagli Stati Parte alla Convenzione è stato distrutto e sei paesi si sono dichiarati liberi dalle munizioni cluster, tra cui Croazia e Montenegro lo scorso anno.

“In questa Giornata celebriamo le vite salvate e le terre restituite libere da ordigni inesplosi alle popolazioni, attraverso il rispetto dei due Trattati di disarmo umanitario che mettono al bando mine e munizioni cluster e alle attività di mine action. Ma vogliamo anche ricordare tutti coloro che, ancora oggi, sono vittime di questi ordigni, che hanno perso la vita o sono rimasti gravemente feriti, o ancora sono ostaggio di queste armi perché a causa loro non possono fare ritorno in sicurezza nelle proprie case – dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana contro le mine  – l’unico modo per garantire che queste armi non vengano usate mai più, evitando future sofferenze, è fare in modo che i paesi che ancora non l’hanno fatto aderiscano al più presto ai due trattati, e supportare la piena implementazione degli stessi da parte degli stati parte. Negando i finanziamenti ad aziende straniere che si ostinano a produrre semi di carneficina è un dovere che non può più essere rinviato”.

La Campagna Italiana Contro le Mine chiede la rapida e definitiva approvazione la proposta di legge  1813 “Misure per contrastare il finanziamento di imprese produttrici di mine, munizioni e submunizioni a grappolo” confermando l’impegno italiano in ambito di cooperazione e mine action riconosciuto a livello internazionale.

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