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Allora ci siamo: è guerra

Ukrainian soldiers stand in front of pro Russia civilians after storm a rebel checkpoint near Kramatorsk ,Ukraine, Friday, May 1, 2014.(Manu Brabo)

di Raffaele Crocco

Allora ci siamo: è guerra. L’esercito russo ha invaso l’Ucraina. Dalle prime notizie, pare non si tratti solo di una operazione per liberare le autoproclamate repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. L’attacco sarebbe su tre direttrici, quindi anche dalla Crimea e da Nord, terribilmente vicino a Kiev.

L’offensiva è stata annunciata da Putin: ragioni di sicurezza, ha detto. I separatisti hanno parlato della “necessità di liberare il territorio”. La realtà appare abbastanza differente. Tutto il paese è sotto attacco e sul terreno ci sarebbero già centinaia di morti e l’obiettivo strategico di Putin appare chiaro: neutralizzare l’Ucraina, eliminando l’attuale governo e smilitarizzandola, per renderla “stato vassallo”.

Le reazioni internazionali, per ora, non vanno oltre la condanna. Sul piano militare l’Ucraina appare sola e lo rimarrà: difficile immaginare l’intervento di paesi europei o degli Stati Uniti. Dovremo assistere, ancora una volta, nel cuore dell’Europa, alla morte di innocenti. Dovremo, ancora, fare la conta di profughi in fuga. E ancora una volta, l’insensatezza onnipotente di un autocrate bolso e pazzo, metterà in gioco diritti, pace, vite.

Questa guerra sembra farci tornare incapaci e inermi, schiavi di convenienze e ipocrisie. Il popolo ucraino è la vera vittima di tutto questo. In un qualunque modo, non dobbiamo abbandonarlo.

Foto di copertina: Ukrainian soldiers stand in front of pro Russia civilians after storm a rebel checkpoint near Kramatorsk ,Ukraine, Friday, May 1, 2014. (Manu Brabo)

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