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Ancora scontri a Beirut: sei vittime

Almeno sei persone sono state uccise e decine di altre ferite quando ieri è iniziata una sparatoria  mentre i sostenitori di Hezbollah si erano riuniti per protestare contro il giudice che indaga sull’esplosione del porto di Beirut. Centinaia di sostenitori e alleati di Hezbollah – scrive stamani Al Jazeera –  si sono riunite giovedi davanti al Palazzo di Giustizia di Beiru nel quartiere di Tayounét, chiedendo la rimozione del giudice Tarek Bitar dall’indagine sull’esplosione del porto di Beirut. Il magistrato è accusato di parzialità nell’inchiesta che riguarda l’enorme esplosione.

“Ieri è bastato poco – scrive il quotidiano libanese Orient-le-jour – perché le strade si accendessero e i vecchi demoni della guerra civile si risvegliassero nel quartiere Tayouné a Beirut”. La vecchia linea di demarcazione è stata teatro di una vera e propria guerriglia urbana tra miliziani del movimento Amal e Hezbollah, mobilitati per la manifestazione contro il giudice Tarek Bitar incaricato delle indagini sulle esplosioni al porto di Beirut. Apparentemente – scrive ancora il quotidiano della capitale – avrebbero sparato  cecchini sui tetti, ma la cui vera identità non era stata stabilita ufficialmente la scorsa notte. Il tandem sciita, continua il giornale libanese,  accusa le Forze Libanesi (FL) di essere dietro gli scontri. Addebiti respinti dalla FL.

In una crisi economica e sociale che ha ormai travolto il Paese, il Primo ministro Najib Mikati ha invitato alla calma e ha messo in guardia contro i tentativi di trascinare il Libano nella violenza. L’esercito libanese, dal canto suo,  ha dichiarato giovedì di aver arrestato nove persone, tra cui un siriano, per le violenze. I prezzi dei generi alimentari sono alle stelle e la ripresa delle proteste è dietro l’angolo, più o meno alimentata da episodi che hanno altra origine, come nel caso di giovedi.

(Red/Est)

In copertina lo scatto di Marten Bjork raffigura il monumento ai martiri sullo sfondo della moschea Mohammad al-Amin

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