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Etiopia, dichiarato lo stato di emergenza

Il governo di Addis Abeba  ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per sei mesi con effetto immediato e le autorità della capitale  hanno detto ai cittadini di prepararsi a difendere la città, poiché i combattenti della regione settentrionale del Tigrai hanno minacciato di marciare verso la città, come riporta oggi  il New York Times. Chiunque violi lo stato di emergenza appena dichiarato corre rischi molto seri: dovrà affrontare da tre a 10 anni di carcere. Ed  è sufficiente fornire sostegno finanziario, materiale o morale a “gruppi terroristici”. “Lo stato di emergenza ha lo scopo di proteggere i civili dalle atrocità commesse dal gruppo terroristico TPLF in diverse parti del Paese”, ha riferito martedì la governativa  Fana Broadcasting, citata da Al Jazeera,   riferendosi al Fronte di liberazione del popolo del Tigrai, in lotta col Governo federale ormai da un  anno.

Lo stato di emergenza di sei mesi consente, tra l’altro, di istituire posti di blocco, di interrompere i servizi di trasporto, di imporre il coprifuoco e di intervenire in alcune zone dei militari. Chiunque sia sospettato di avere legami con gruppi “terroristi” – spiega ancora l’emittente del Qatar – potrebbe essere detenuto anche senza mandato del tribunale, mentre qualsiasi cittadino che abbia raggiunto l’età del servizio militare potrebbe essere chiamato a combattere. Il Ministro della Giustizia Gedion Timothewos durante un briefing con i media statali ha detto che “Il  Paese sta affrontando un grave pericolo per la sua esistenza, sovranità e unità. E non possiamo dissipare questo pericolo attraverso i consueti sistemi e procedure di applicazione della legge”. Un inasprimento che dà il senso di una guerra tutt’altro che vinta da Addis Abeba.

Nella guerra che è scoppiata il 4 novembre del 2020 e domani compie un anno,  tutte le parti attive nel conflitto tra il Tigrai e l’esecutivo federale dell’Etiopia hanno violato i diritti umani internazionali: con reati assimilabili all’accusa di  crimini contro l’umanità. Lo scrive oggi l’emittente britannica Bbc sul suo sito Internet  citando un’indagine congiunta della Commissione etiope per i diritti umani (EHRC) e dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

In copertina: il Premier etiopico Abiy Ahmed durante una parata militare. Nel testo la prima pagina del patriottica   Fana Broadcasting. 

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