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Germania. Un passo oltre la Linke

di Pietro Malesani

“Il partito si è inimicato gli strati più poveri della popolazione, perché spesso non parla il loro linguaggio e vuole insegnare cosa fare. Ma essere di sinistra significa lottare contro le disuguaglianze sociali, non imporre uno stile di vita, tra l’altro abbastanza elitario. Solo chi è ben pagato può permettersi di andare nei negozi bio, mentre andare a lavoro in bici è ben più facile per chi abita nelle più costose zone urbane centrali”. Sono frasi del 2018, pronunciate da Sahra Wagenknecht contro il suo partito, Die Linke. Ma non potrebbero essere più attuali: ieri la politica ha annunciato che lascerà la formazione per fondarne una nuova. E, di fatto, lo fa per le stesse ragioni elencate cinque anni fa. Wagenknecht crede che la Linke abbia imboccato la strada sbagliata: ha cercato di diventare un partito giovane e al passo con le sfide del ventunesimo secolo, ma lo ha fatto abbandonando poveri e lavoratori, la sua vecchia base. Che ora vanno riconquistati.

Ad assumersi questo arduo compito sarà proprio lei, che da vent’anni è al centro delle dinamiche e – soprattutto – dei litigi della sinistra tedesca. Sahra Wagenknecht è moglie di Oskar Lafontaine, colui che nel 2005 decise la scissione dai socialdemocratici e la nascita del partito attuale. Nel corso degli anni ha ricoperto posizioni di spicco all’interno della Linke, diventandone di gran lunga il volto più noto. Nell’ultimo periodo si è infine allontanata sempre di più dalla dirigenza della formazione ed ha più volte minacciato di andarsene, fino a compiere in questi giorni il passo decisivo… Leggi tutto l’articolo su Il Fendinebbia

In copertina l’Homepage di Die Linke. Nel testo Sahra Wagenknecht e la copertina de Il Fendinebbia

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