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La strana coppia

di Emanuele Giordana

Con una visita a sorpresa domenica scorsa, il potente emiro del Qatar, sceicco Tamim bin Hamad Al-Thani, accompagnato da una delegazione ufficiale nel suo primo viaggio di Stato in Iran da quando è a capo dell’emirato (2013), ha visitato la Repubblica islamica in un evidente e rilevante gesto politico per raffreddare la tensione nell’area. Non deve stupire.

Il Qatar e l’Iran concordano sul fatto che la de-escalation è “l’unica soluzione” alle tensioni regionali, come ha detto lo sceicco Tamim dopo aver incontrato il Presidente Rohani, ricordando che il Qatar auspica una soluzione pacifica tra Stati Uniti e Iran. “Questa visita arriva in un momento critico per la regione, e abbiamo concordato con i nostri fratelli e con Sua Eccellenza il Presidente che l’unica soluzione a queste crisi è la riduzione di tutti e il dialogo”, ha detto l’emiro in una conferenza stampa di cui Al Jazeera riposta una sintesi. Per il Qatar “Il dialogo è l’unica soluzione”.

Ai toni morbidi di Tamim e Rohani han fatto da contraltare le parole di Ali Khamenei, la guida spirituale, lui pure presente all’incontro. “Il motivo dell’attuale turbolenta situazione nella nostra regione è la presenza corruttiva degli Stati Uniti e delle sue coorti. L’unico modo per affrontarlo è dipendere dalla cooperazione all’interno della regione”, ha detto Kamenei.

Tamim è il primo leader internazionale a venire in Iran dopo l’uccisione di Soleimani il 3 gennaio scorso a Bagdad e il Qatar è per altro uno dei pochi Paesi della regione a intrattenere stretti rapporti con Teheran nonostante le differenze religiose e nonostante per molte nazioni, a cominciare dall’Arabia Saudita, l’Iran sia visto come il fumo negli occhi. Del resto il giorno dopo l’uccisione di Soleimani, il ministro degli esteri del Qatar, sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, incontrava subito a Teheran il suo omologo iraniano, Mohammad Javad Zarif.

Il Qatar per altro ha buone relazioni anche con gli Stati Uniti, nonostante la campagna promossa da Riad contro Doha. Basta pensare ai colloqui tra Usa e talebani afgani che si svolgono proprio in Qatar, Paese con ambizioni regionali ma che nell’area ha molti rivali e che può contare in Medio Oriente, soprattutto sull’alleato turco, lui pure in rotta di collisione coi nemici del Qatar.

Nel 2017, l’Arabia Saudita – con Bahrein, Egitto ed Emirati Arabi Uniti – ha chiuso le sue relazioni col Qatar accusato di favorire gruppi terroristici, un chiaro riferimento alle simpatie verso i Fratelli Musulmani, simpatie condivise con Ankara. Con questa campagna, sono stati chiusi gli spazi aerei e le frontiere navali e terrestri col Qatar – di fatto un blocco commerciale – mentre Riad sospendeva anche il coinvolgimento dei soldati di Doha nella campagna in Yemen.

Protesta nella capitale

Continuano intanto le proteste degli iraniani che chiedono alle autorità di dimettersi dopo che Teheran ha ammesso di aver abbattuto per errore l’aereo con 176 persone a bordo della Ukraine International Airlines PS752 diretto a Kiev e che si è schiantato pochi minuti dopo il decollo dall’aeroporto internazionale Imam Khomeini della capitale mercoledì scorso. Migliaia di persone sono scese in piazza sia domenica sia lunedi.

Quello che per le autorità iraniane è stato un deprecabile “errore umano” è avvenuto dopo che l’Iran aveva lanciato attacchi missilistici contro le forze statunitensi in Iraq come rappresaglia per l’assassinio del principale comandante iraniano Qassem Soleiman ucciso a Bagdad dal raid americano ordinato dal presidente Trump.

Nell’immagine di copertina e all’interno, la foto ufficiale dell’incontro tratta da PressTv

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