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Pugno di ferro sulla stampa di Hong Kong

La notte a Hong Kong è passata senza nuovi arresti ma la situazione resta critica per la libertà di espressione e per chi la esercita dopo che diversi redattori e collaboratori di Stand News sono stati arrestati mercoledì con l’accusa di cospirazione per pubblicazione di notizie sediziose: tra gli arrestati, il caporedattore Patrick Lam, così come ex membri del consiglio di amministrazione, tra cui la famosa cantante e attivista Denise Ho e l’ex deputata Margaret Ng. Una mossa che inasprisce la situazione nell’ex colonia e che fornisce nuova materia di scontro con gli Usa Gli che hanno subito chiesto alle autorità locali di rilasciare i dipendenti di Stand News detenuti.

Si tratta di sette arresti – spiega Al Jazeera – in base a un’ordinanza criminale che risale ai giorni di Hong Kong come colonia britannica e cioè prima del 1997, quando è stata restituita alla Cina. I condannati rischiano fino a due anni di carcere e una multa fino a 5.000 dollari di Hong Kong . Stand News è stata fondata nel 2014 come organizzazione senza scopo di lucro ed era la più importante pubblicazione pro-democrazia rimasta a Hong Kong. Il precedente più vicino riguarda la chiusura quest’anno di Apple Daily del magnate Jimmy Lai soltanto sei mesi fa.

Dopo il raid e il congelamento dei beni di Stand News per un valore di oltre 60 milioni di dollari di Hong Kong (7,8 milioni di dollari), il giornale ha dovuto chiudere i battenti. L’Associazione dei giornalisti di Hong Kong (Hkja) si è detta profondamente preoccupata per gli arresti, le perquisizioni e le intimidazioni nei confronti di giornali e giornalisti di Hong Kong. La Cina resta uno dei Paesi dove le attività editoriali sono più a rischio: Reporter sans Frontieres la classifica al 177 posto in negativo su 180 Paesi (clicca qui per leggere il nostro dossier sulla libertà di stampa nel Mondo). 

(Red/Est)

In copertina foto di  Ryan Mac on Unsplash

Nel testo il simbolo del giornale di Hong Kong chiuso dalle autorità dell’isola

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