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Verso l’ultima frontiera

di Maurizio Sacchi

Già 1.650 km attraverso il Guatemala e fino a Città del Messico. Ora ne mancano  2.700 fino al confine con gli Stati Uniti e giovedì sera un’assemblea della carovana centroameriana partita dall’Honduras e da altri Paesi alla volta del Nord America, ha votato per il passaggio di confine di Tijuana. È oltre 1000 km più lontano dei punti di entrata più vicini agli Stati Uniti, ma è una via più sicura che evita zone  del Nordest messicano molto pericolosi per omicidi e sparizioni forzate, comprese quelle di migranti e rifugiati. Intanto il presidente americano  Donald Trump ha detto  che qualsiasi pietra lanciata alle truppe lungo il confine sarà considerata come un  arma da fuoco e ha annunciato un piano per arrestare e tenere senza un termine i richiedenti asilo in campi di tende improvvisati nel deserto mentre le loro richieste saranno vagliate dalle autorità che comunque potranno visionarlesolo ai punti ufficiali di entrata negli Stati Uniti.  Trump ha inoltre l’autorità per bloccare o limitare le richieste di asilo “se ritiene che sia nell’interesse nazionale di farlo”, come  il segretario del Dipartimento della sicurezza nazionale Kirstjen Nielsen e il sostituto procuratore generale Matthew Whitaker hanno spiegato in una dichiarazione congiunta giovedì scorso.

Villarel al momento della consegna del Nobel per la pace 2017. L’organizzazione di cui è direttrice fa parte di ICAN

Abbiamo intervistato Maria Eugenia Villareal, messicana residente da anni a Città del Guatema, e direttrice di ECPAT Guatemala*. Maria  è stata presente al passaggio da Tecun Uman della carovana, e ha assistito i migranti al momento del passaggio del ponte che collega il Paese centroamerticano con il Messico.

Che ruolo ha avuto la sua organizzazione in questo passaggio della carovana?

“In risposta all’emergenza della crisi migratoria che ha colpito il Guatemala, a causa della migrazione degli honduregni, l’ECPAT Guatemala ha coordinato la consegna e la distribuzione di kit igienici e alimentari per sostenere i nostri fratelli honduregni sulla loro rotta migratoria. Grazie a OXFAM Guatemala, le borse con prodotti per l’igiene personale e borse alimentari sono state donate nelle aree Tecún Umán, San Marcos e Casa del Migrante a Città del Guatemala. Comprendiamo le ragioni della migrazione della carovana, sapendo che queste persone stanno fuggendo dalla povertà, dall’esclusione, dalla disoccupazione e dall’insicurezza, il prodotto di un sistema governativo che agisce a favore della corruzione e dell’impunità.

La frontiera con gli Stati americani del Sud. Sotto, il confine sulla mappa tra Messico e Usa

Cosa è successo alla frontiera il 24 e 25 di ottobre?

Sono state ore drammatiche. Sopratutto i bambini sono arrivati alla frontiera con ustioni solari anche di secondo grado, e con i piedi piagati dalla lunghissima marcia, e dall’asfalto rovente. Ci siamo adoperati con i nostri mezzi per alleviare almeno i casi più gravi, ma la attitudine adottata dal governo ha fatto sì che la gran parte della carovana proseguisse in condizioni di grande difficoltà e pericolo.

Come si sono comportate le autorità locali?

Il posto di salute alla frontiera è stato abbandonato a se stesso. Stiamo parlano di un solo operatore, in uno spazio minimo, che aveva come unico farmaco a disposizione l’aspirina. Un fatto scandaloso, se si pensa che la carovana aveva impiegato giorni per traversare il Paese, e che la notizia era di risonanza internazionale. Anche quando la carovana ha fatto tappa nella capitale, gli unici a intervenire sono stati i volontari della Casa del Migrante, una ONG , che ha fatto l’impossibile, insieme a noi. Ma era un compito superiore alle nostre forze, e il comportamento del governo è assolutamente da condannare.

Al tempo stesso, però, contrariamente alle pressioni di Trump, non è intervenuta la polizia o l’esercito per fermarli. Come spiega questo fatto?

Bisogna considerare che le economie dei tre Paesi centroamericani del cosiddetto Triangolo del Nord, Honduras, Guatemala e Salvador, vivono sopratutto delle rimesse dei migranti. Si tratta , in tutti i casi, di governi corrotti e ampiamente infiltrati dai narcotrafficanti. Ogni immigrato negli Stati Uniti rappresenta una fonte di ricchezza per queste élite corrotte.

Al momento la carovana è a Città del Messico, nel suo Paese di origine. Cosa pensa succederà ora?

Per il momento il primo nucleo della carovana attende l’arrivo di un secondo nucleo, più ridotto, che arriva dal Salvador e da altre zone della Regione. Poi è programmata una riunione collettiva, per decidere il da farsi. Alcuni si fermeranno, grazie alle condizioni offerte dal governo messicano, che ha offerto lo status di rifugiati, d’accordo con l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati (ACNUR), a coloro che decidessero di fermarsi. Ma la gran parte dovrebbe continuare la marcia” verso la frontiera con gli USA. E si tratterà della parte più drammatica del loro cammino. Ci sono quasi 3.000 chilometri per Tijuana. Potrebbe dimezzarsi la distanza, se si dirigeranno al posto di frontiera Mac Allen, ma si tratta comunque di 1.500 chilometri, una distanza enorme.

Origine dei migranti alla frontiera Usa

Nell’ultimo tratto del viaggio, nella zona dove è sono presenti i narcotrafficanti, che gestiscono anche il passaggio clandestino dei migranti?

Ho notato già in Guatemala che circolavano elementi delle Maras, che secondo alcune testimonianze offrivano 100 Quetzales – circa 15 dollari – a chi decidesse di desistere dalla marcia. Evidentemente, oltre al governo degli USA, la carovana è contro gli interessi di chi vuole che l’immigrazione resti illegale e nascosta

Cosa prevede succederà, alla frontiera?

“Può succedere di tutto. Consideri che Trump ha già creato, fra esercito e Guardia Nazionale, un contingente superiore a quello mobilitato in Irak. Quando la carovana ha superato la barriera fra Honduras e Guatemala, la folla si è addensata contro le barriere, spingendo in massa, in una situazione di disperazione e di caos. Se dai migranti anche solo fosse lanciato un sasso verso le forze schierate al confine, può verificarsi una catastrofe.

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