di Adalberto Belfiore
La direttrice di Amnesty per le Americhe, Erika Guevara Rosas, ha detto che “le informazioni analizzate dimostrerebbero che l’operazione di polizia si è svolta in modo illegale e con l’uso di armi da guerra” e che “le circostanze e il profilo delle vittime indicano che potrebbe trattarsi di un nuovo episodio di repressione letale contro la dissidenza”. Fatti di questo genere si sono moltiplicati negli ultimi mesi in Nicaragua dove Ortega e sua moglie (e vicepresidente) Rosario Murillo hanno ripreso il controllo del Paese con una repressione violentissima e selettiva. La Commissione interamericana per i diritti umani (Cenidh) nel suo comunicato mensile sul Nicaragua parla di “continue violazioni dei diritti umani da parte della polizia e di gruppi paramilitari, restrizioni alla libera circolazione in luoghi pubblici, detenzioni arbitrarie, intimidazioni e minacce contro ogni manifestazione di dissenso, estese ora anche alle celebrazioni religiose, in particolare quelle della Chiesa cattolica”.
José Silvio Báez, vescovo ausiliare di Managua, la capitale, che
I giovani sono stati sequestrati il 13 luglio scorso, uno nella sua casa e l’altra mentre realizzava un picchetto davanti alla Cattedrale di Managua, e se ne ignora la sorte. La repressione selettiva sembra essere ancor più violenta nelle campagne. Il Centro studi per la governabilità e la democrazia (Cegodem), una ONG attiva nel nord del paese, ha denunciato la morte di tre contadini noti per aver guidato i blocchi stradali con cui gli oppositori di Ortega cercarono di proteggere le loro comunità dalle incursioni di polizia e paramilitari. La Ong ha denunciato la morte di Edgard Centeno, di suo figlio Yalmar e di Francisco Sobalvarro, contadini della regione di Jinotega, addirittura oltre la frontiera con l’Honduras dove si erano rifugiati, uccisi con armi da guerra e in circostanze oscure.
Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Right Watch nel suo ultimo rapporto cita i casi di 12 ex prigionieri politici che riferiscono di “violenze sessuali, negazione del diritto
La coreografia ufficiale è quella degli scorsi anni, con il grande palco e i decori new age ideati dalla Murillo, la retorica rivoluzionaria e antimperialista, la lista delle delegazioni dai Paesi stranieri (spesso di nessuna rappresentatività: ne vengono annunciate più di 500 tra cui anche dall’Italia) la folla di impiegati pubblici costretti a partecipare pena la perdita del posto e molto peggio, la mobilitazione dei fanatici e di tutti quelli che avendo ricevuto qualche beneficio dal regime temono il ritorno della democrazia e della giustizia.
Nell’immagine di copertina, il mitico Sandino, simbolo di riscatto rivoluzionario