dall’inviato nel Sudest asiatico
Il ministero degli Esteri di Manila – su diretto mandato del presidente Duterte – ha formalmente inviato martedi scorso l’avviso di chiusura dell’accordo VFA (Visiting Forces Agreement) al governo degli Stati Uniti. Il VFA è l’accordo bilaterale che riconosce un determinato status legale alle truppe statunitensi presenti nel Paese per esercitazioni militari e operazioni di assistenza umanitaria. Uno schiaffo a Washington che appare anche come un capitolo della guerra tra Stati Uniti e Cina e dunque con Paesi che guardano più da una parte o più dall’altra.
Anche se l’accordo era in scadenza (agosto 2020) e anche se non riguarda il rapporto nel suo complesso della collaborazione militare tra Filippine e Stati Uniti, è ovviamente uno schiaffo all’Amministrazione Trump che ha infatti reagito immediatamente: l’ambasciata americana a Manila – scrive Cnn – ha confermato di aver ricevuto dal Dipartimento degli affari esteri filippino l’avviso di chiusura del VFA, definendo il gesto un “passo serio con implicazioni significative per l’alleanza USA-Filippine”. Ieri poi il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Mark Esper ha rincarato la dose sostenendo che l’incombente conclusione dell’Accordo sulle forze di visita (VFA) con le Filippine “sarebbe una mossa nella direzione sbagliata”, una mossa “sventurata” in un momento in cui gli Stati Uniti e i suoi alleati stanno spingendo la Cina a rispettare le norme internazionali. Una frase rivelatrice. Caustico invece il presidente: “Risparmieremo dei soldi”.
Emanuele Giordana
In copertina, Duterte con Trump. Sopra, con xi Jinping
aggiornato alle 23.00