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Il caso Iran e il Diritto internazionale

di Luca Cellini

È argomento di cronaca internazionale ormai e oggetto di discussione l’uccisione del generale Qassem Soleimani avvenuta alle prime luci dell’alba del 3 gennaio 2020 quando il maggiore generale Soleimani è stato assassinato sotto il fuoco di un attacco statunitense all’aeroporto internazionale di Baghdad, in Iraq. Assieme a Soleimani sono rimaste uccise altre 7 persone fra cui il capo delle Forze di Mobilitazione Popolare sciite irachene Abu Mahdi al-Muhandis. L’operazione è stata ordinata direttamente dal presidente statunitense Donald Trump, dopo conferma della CIA, senza nemmeno avvisare il Congresso statunitense.

Qassem Soleimani era il potentissimo leader delle Guardie rivoluzionarie di Teheran, Soleimani era il viceré dell’Iraq, della Siria, del Libano e di Gaza, l’uomo più temuto del Medio Oriente, operava al diretto servizio della Guida Suprema Ali Khamenei e aveva funzioni operative da generale, da capo delle azioni clandestine, da direttore dei servizi segreti e da ministro della Difesa e degli Esteri.

Non è però obbiettivo di questo articolo entrare nel merito a chi fosse o non fosse il generale Soleimani e tantomeno su cosa abbia rappresentato o meno nell’area mediorientale, visto che le opinioni generali sono varie e discordanti, come sempre accade d’altronde all’interno di un conflitto e con interessi e posizioni da difendere da una o dall’altra parte, alcuni lo definiscono una grande figura carismatica, un eroe o addirittura una leggenda, altri ancora lo definiscono non certo un santo, un uomo di guerra, sì, ma anche colui che aveva organizzato la strategia e condotto le numerosissime operazioni che di fatto hanno fermato e sconfitto l’avanzata dell”Isis e dello stato del Daesh, altri ancora lo definiscono un brutale e spietato assassino, responsabile di uccisioni di massa con la morte di migliaia di persone e oppressore dei popoli. Per questo scelgo di non andare oltre al riportare le varie opinioni che circolano su Soleimani, così come mi astengo dal riportare il mio giudizio personale che non aggiungerebbe molto, né qualificherebbe nulla almeno allo stato attuale delle cose.

Vorrei però fare una breve analisi dal punto di vista del Diritto Internazionale. L’assassinio mirato del generale iraniano Soleimani, avvenuto a Baghdad, all’interno dell’aeroporto internazionale di uno stato terzo , (l’Iraq attualmente almeno in teoria Stato sovrano con un suo Parlamento eletto) senza una situazione di straordinaria emergenza in atto né una guerra dichiarata fra gli Stati Uniti e l’Iran, per le modalità e il contesto in cui è avvenuto, per il Diritto Internazionale almeno è da considerarsi un atto criminale e terrorista, oltre che fra i gesti più sconsiderati possibili sul piano geopolitico…

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In copertina, la dea bendata Deval Kulshrestha – Opera propria

 

 

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