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Il mio nome è Odessa (aggiornato)

dall’inviato Emanuele Giordana

Odessa, la città portuale ucraina sul Mar Nero, e’ stata raggiunta verso le 13 di oggi  dalla Carovana di pace partita sabato da Gorizia e organizzata dalla coalizione della società civile StoptheWarNow. E’ un convoglio di aiuti umanitari che raggiungono oggi, per la seconda volta in due mesi, le vittime del conflitto in Nord Europa. La carovana, sette veicoli con una quarantina di persone di diverse associazioni, è stata raggiunta nella serata di ieri anche da mons Francesco Savino, vicepresidente della Cei che, nei giorni scorsi, ha dato il suo appoggio all’iniziativa di StoptheWarNow. Partita prima dell’alba, la carovana ha attraversato il Danubio ed è arrivata con le prime luci alla frontiera ucraina dove erano in fila decine di camion in entrata (e uscita), gran parte dei quali cisterne (nella foto a dx).

Alla frontiera ucraina sfortunatamente un furgone e’ stato fermato e rimandato indietro per una questione di documenti ma tutti gli aiuti che portava sono stati trasferiti sugli altri mezzi. Dopo un paio d’ore le autorita’ di frontiera (molto fiscali) han dato luce verde al convoglio. In aprile un convoglio di oltre 60 mezzi aveva gia’ portato aiuti a Leopoli nel Nord del Paese: un carico   di cibo e medicine. I mezzi erano poi tornati in Italia con anziani, disabili e sfollati in fuga dalla guerra.

E’ soprattutto il mondo cattolico a essere presente a Odessa con diverse associazioni (Comunità Papa Giovanni XXIII, Nuovi Orizzonti, Mov. Focolari, Caritas Nazionale, Sulle orme) ma nella coalizione StoptheWarNow, che raccoglie oltre centosettanta sigle dell’associazionismo italiano, vi sono in gran parte organizzazioni laiche che in questa carovana non sono però presenti, fatta eccezione per Verso il Kurdistan e la neonata TotheBorder (nell’immagine un “carovaniere” con la maglietta di StoptheWarNow). 

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