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Israele vs Gaza. La ricerca della pace

di Nino Sergi

Israele:  condannare un governo cieco, costruito su propaganda e menzogna, che considera terrorista la popolazione civile, compresi bambini e semplici famiglie, accecato dall’odio, omicida, che usa la ragione della forza e mai la forza della ragione, che ignora il diritto e le decisioni internazionali, razzista e discriminatorio anche all’interno del paese, guidato da personaggi divenuti indecenti nell’ostinata conservazione del potere, condannare un simile governo non è entrare nella partigianeria contro Israele e gli Israeliani, che meritano solidarietà e verità, ma è un dovere di tutta la comunità internazionale.

Palestine: condannare la limitatezza della dirigenza politica palestinese, debole e incapace o chiusa anch’essa nell’illusoria ragione della forza, fomentatrice d’odio, senza visione, senza aver mai saputo cogliere le preziose occasioni che si sono presentate negli anni per una soluzione pacifica del conflitto, attaccata ai finanziamenti esterni, contando spesso su alleati interessati solo alla prosecuzione del conflitto, non è entrare nella partigianeria contro i Palestinesi e il loro diritto ad esistere e ad essere riconosciuti e rispettati come popolo, ma è un dovere. Che non scalfisce la solidarietà ai Palestinesi, a tutte le vittime, in particolare le molte, troppe innocenti, a tutte le persone discriminate, disprezzate, emarginate, a cui sono stati tolti diritti, libertà, speranze e sono state imposte sofferenze senza fine.

Non potrà esserci pace finché non si avranno autorità e guide politiche, tra gli Israeliani e tra i Palestinesi, che credono nella forza della ragione, nella negoziazione, nel lavoro diplomatico, cedendo quanto necessario per un interesse più alto e duraturo, più giusto, con una visione del futuro che esca dagli interessi contingenti, con la volontà di cercare la migliore soluzione per entrambe le parti abbandonando decisamente la via dell’odio, dello scontro e delle armi. E finché non ci sarà il deciso sostegno esterno, in particolare degli USA e dell’Europa, che favorisca definitivamente, anche forzando politicamente, la strada del dialogo.
Sarà banale e non infuocherà le piazze ma penso che sia la strada, pur difficile, che occorre percorrere.

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L’immagine di copertina è tratta da un video interattivo di BTselem

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