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Raid iraniano in Israele

Nella notte l’Iran ha lanciato centinaia di missili e droni contro Israele. L’attacco ha fatto scattare le sirene nelle città di tutto Israele, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme ovest e si sono sentite varie esplosioni, mentre le difese aeree intercettavano i proiettili.

La pioggia di missili e droni ha provocato vari feriti, tra cui una bambina di 7 anni e ha causato lievi danni a una struttura militare israeliana. Pare che i lanci provenissero dall’Iran, così come dall’Iraq e dallo Yemen. L’esercito israeliano ha affermato che che il 99% è stato intercettato con l’aiuto delle forze di Francia, Regno Unito e Stati Uniti.

Il primo attacco iraniano diretto al territorio israeliano è arrivato come forma di ritorsione per il raid avvenuto nei pressi del consolato iraniano a Damasco, in Siria, il 1 aprile, che ha ucciso 12 persone, tra cui due generali anziani della Forza Quds dell’IRGC. Israele non ha né confermato né negato la responsabilità dell’attacco al consolato.

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana ha infatti confermato l’attacco, affermando di aver lanciato droni e missili nell’ambito dell’operazione True Promise come parte della punizione per “il crimine dell’entità sionista di aver preso di mira il consolato iraniano in Siria” il 1 aprile.

Questa mattina la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato di ritenere la questione “conclusa” e ha avvertito Israele di una risposta “considerevolmente più severa” nel caso in cui il “regime israeliano commettesse un altro errore” e ha avvertito gli Stati Uniti di restare fuori dal conflitto. L’ambasciatore Saed Iravani ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio di sicurezza Onu e al segretario generale Antonio Guterres affermando che l’attacco contro Israele “rientra nell’esercizio del diritto di Teheran all’autodifesa”.

*Un fermoimmagine del video di Ansa sugli attacchi a Gerusalemme

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