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Siria, nessuna tregua

Un momento del vertice di Teheran (fotogramma tratto da AlJazeera.com)

Del futuro di Idlib e probabilmente dell’intero conflitto siriano si è discusso oggi a Teheran. All’atteso vertice hanno partecipato i presidenti di Iran, Russia e Turchia.

La regione Nord-Occidentale è considerata l’ultima roccaforte ribelle in Siria, con quasi tre milioni di residenti. I civili temono un attacco di armi chimiche nella zona, dove continuano a verificarsi raid aerei. Fonti locali riportate da Al Jazeera parlano di popolazione in fuga nelle aree vicino al confine con la Turchia, a causa della paura dell’imminente offensiva.

Niente (o almeno poco) di fatto

Durante il trilaterale Putin ha affermato che la Russia continuerà la sua lotta contro i “terroristi” nella provincia settentrionale e ha quindi respinto le richieste di tregua della Turchia. Durante l’incontro a Teheran, anche il presidente iraniano Hassan Rouhani ha parlato della necessità di “combattere il terrorismo” nella provincia ma ha specificato che i civili “non devono essere costretti a soffrire”.

Da indiscrezioni pare comunque che l’accordo ci sarà anche se è probabile un rinvio per lasciare spazio di manovra a Erdogan.

Otto anni di guerra

In otto anni la guerra in Siria ha provocato oltre mezzo milione di morti e 11 milioni (oltre la metà della popolazione del Paese) sfollati o rifugiati in Libano, Giordania, Turchia ed Europa.

La voce dell’Unhcr

Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha rivolto un appello ai leader iraniani per impedire ulteriori spargimenti di sangue nel conflitto siriano. Grandi ha anche elogiato l’impegno iraniano per i rifugiati afgani, specificando che sarebbe ingiusto chiedere al Paese di ospitare anche rifugiati siriani, avendo già accolto persone in fuga da Iraq e Afganistan.

Gli Stati Uniti

Se il governo siriano utilizzerà armi chimiche gli Stati Uniti hanno minacciato una risposta militare. Il  consigliere speciale della Siria per il segretario di stato americano Mike Pompeo, Jim Jeffrey, ha riferito che il governo degli Stati Uniti ha molte prove che il governo siriano stia preparando un attacco chimico contro Idlib.

La Russia smentisce Funzionari russi hanno respinto le affermazioni degli Stati Uniti, sostenendo che il governo siriano non ha più armi chimiche. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha riferito che i ribelli siriani si stanno preparando a inscenare un attacco chimico a Idlib per provocare un intervento occidentale.

La proposta di Erdogan

Secondo un quotidiano filogovernativo, riportato da askanews, Ankara avrebbe preparato un piano per offrire ai gruppi di ribelli armati un salvacondotto per evacuare la provincia di Idlib in modo da evitare un massacro in caso di una pesante offensiva del regime. In base al piano, 12 gruppi armati otterrebbero un salvacondotto verso una zona cuscinetto, sotto la sorveglianza dell’opposizione moderata a condizione di consegnare le armi a una coalizione di gruppi ribelli vicini ad Ankara.

Ricostruzione e diritto al ritorno

Mentre il conflitto deve ancora finire durante il vertice i tre Paesi hanno dato il via ad un accordo per il diritto al ritorno per i profughi sfollati. Sulla ricostruzione  gli interessi economici sono molteplici. A partire da quelli iraniani, tenuti sotto controllo dal ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif che proprio per questo motivo lunedì ha fatto una visita a sorpresa a Damasco.

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