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Un muro “intelligente”

Prima di fine anno, l’India lancerà un progetto di “schermatura digitale intelligente” lungo il confine dello Stato di Assam con il Bangladesh. Lo rifersice il quotidiano di Dacca Daily Star. La notizia è stat resa nota dal ministro dell’Interno dell’Unione Rajnath Singh a Jammu dopo aver inaugurato due progetti pilota di schermatura digitale intelligente, basati su tecnologia israeliana e allestiti lungo il confine con il Pakistan dello Stato indiano di Jammu e Kashmir.

Il primo ministro indiano Narendra Modi aveva fatto la promessa di fermare l’immigrazione clandestina dal Bangladesh, giocando un  elemento chiave per le elezioni dell’Assemblea del 2015 nel Kashmir che hanno portato il BJP al potere in quello stato per la prima volta. Secondo Singh, la schermatura digitale dovrebbe limitare vittime tra le truppe di sorveglianza alla frontiera che molto spesso sono state al centro di incidenti.  Il sistema crea in sostanza una barriera elettronica invisibile su terra, acqua, aria riducendo considerevolmente la dipendenza della sorveglianza dei soldati che potranno farlo a distanza.

La vicenda è di vecchia data e il progetto, non ancora concluso, è di costruire una  barriera tra India e Bangladesh con una  una recinzione di filo spinato di 3.406 km, muri di cemento di circa 3 metri di altezza e in alcune zone illuminazione notturna.  Il completamento del lavoro  dovrebbe realizzarsi entro il  2019.

Agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso – scrive GlobalSecurity –  “migliaia di bengalesi si sono trasferiti illegalmente nei vicini Stati indiani in cerca di terra e occupazione”, cosa che “provocò nel 1982 una forte reazione etnica nello stato indiano dell’ Assam, portando al massacro di migliaia di non assamesi”. Fu il governo di Rajiv Gandhi a decidere la costruzione del muro, progetto che è poi andato avanti seppur con lentezza.

Per “vedere” il muro tra i due Paesi si può guardare il reportage del fotografo belga Gaël Turine sul suo sito ufficiale. Qui a fianco è  ritratto in uno scatto ripreso dal sito del The International Photoreporter Festival di Baje de Saint-Brieuc

L’immagine di copertina è tratta dal citato articolo di GlobalSecurity

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