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Grande vittoria nella piccola Travnik

di Edvard Cucek

“Due scuole sotto lo stesso tetto” è un fenomeno del periodo postbellico che tristemente dura tutt’oggi. Uno dei casi “modello” è proprio l’edificio di poca austroungarica che ospita due istituti scolastici i quali sono frequentati dagli studenti che seguono due programmi scolastici leggermente diversi (uno croato- importato dalla Croazia) e l’altro bosniaco (per bosgnacchi musulmani). L’inizio delle lezioni è pianificato rigorosamente seguendo due fasce orarie diverse. Il fatto di eseguire le lezioni con gli orari completamente sfasati è un sistema pensato proprio per impedire, per quanto possibile, il contatto tra i ragazzi, nominalmente, di due etnie diverse. Addirittura gli orari delle ricreazioni non combaciano.

Trattandosi di un caso dove il recinto che divide i cortili delle due scuole (rispetto ad altre situazioni dove i dirigenti si sono dati da fare costruendo muri alti anche 2 metri per dividere anche gli sguardi dei giovani) il caso di Travnik potrebbe essere considerato una segregazione scolastica “soft”. Sarà per mancanza di una muraglia tra due scuole oppure perché i tempi che corrono stanno portando in quel Paese martoriato qualcosa di buono ma  un altro colpo ai sostenitori della divisione e segregazione tra i giovani di Travnik è arrivato. Inaspettatamente.  Fulmine a ciel sereno si dice anche in Bosnia  (e in Italia).

Un matrimonio – ecco il caso –  celebrato alla fine del mese di giugno di quest’anno, tra una giovane e bella ex studentessa del – Liceo Cattolico Petar Barbarić- di nome Elisabeth Hrgić (palesemente di religione cattolica) e il suo amore “dai tempi della segregazione” ex studente della Scuola superiore mista  di nome Inas Dagoja di appartenenza bosgnacco musulmana. L’annuncio della loro decisione di sposarsi ricorrendo ai rischi della “controtendenza” è stato accompagnato dalle foto che li immortalano.

E’ stato un bel pugno in faccia a chi si impegna quotidianamente per creare i presupposti per rendere la convivenza impossibile. Mentre la regione festeggia questi due eventi, che di paiono di estrema importanza, girano già i commenti e varie dichiarazioni che cercano anche di sminuire quanto accaduto. Una dichiarazione del dirigente del “Liceo Cattolico” annuncia un nuovo recinto che dovrebbe proteggere l’intero edifico. Effettivamente l’edifico è la proprietà della curia di cui una parte è stata ceduta per  fini di insegnamento scolastico al ministero dell’Istruzione del Cantone della Bosnia Centrale. Per il momento non è chiaro quale proprietà il nuovo recinto dovrebbe proteggere. Se l’edificio storico oppure le istituzioni scolastiche ospitate?

Per altro, con una sentenza definitiva del 2014, la Corte Suprema della Federazione della Bosnia ed Erzegovina (una della due entità bosniache) si è pronunciata contro l’esistenza di “due scuole sotto lo stesso tetto” in quanto simboli di una innegabile segregazione degli studenti su base etnica.

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