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Il compleanno difficile dell’Onu

Il 24 ottobre 2023 l’Onu ha compiuto 78 anni di cui sente il peso e i limiti. In un momento difficile che ha visto sotto accusa il suo Segretario Generale per aver detto un’articolata verità sul conflitto in corso a Gaza

di Miriam Rossi

Settantotto anni… e sentirli tutti! L’Organizzazione delle Nazioni Unite soffia le candeline circondata da Stati membri sorridenti e che si scambiano auguri e buoni propositi ma, inconcludente, continua a esprimere un desiderio, quello della pace, che da 78 anni continua a non avverarsi. Le future generazioni non sono state salvate dal flagello della guerra, come si erano ripromessi gli Stati che nel 1945 avevano sconfitto l’alleanza nazi-fascista della seconda guerra mondiale e avevano deciso di creare una nuova governance mondiale volta “a riaffermare la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia e il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale e un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà” (dal preambolo dello Statuto dell’ONU).

Solo recentemente, la comunità internazionale ha condiviso la preoccupazione per la minaccia atomica di Mosca nel conflitto combattuto in Ucraina dal febbraio dello scorso anno e la possibile escalation nell’instabile scenario internazionale del conflitto israelo-palestinese dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Questo senza passare in rassegna le molte violazioni dei diritti umani, delle minoranze, della democrazia in corso in tanti luoghi del mondo, di quelle stesse Nazioni che si sono Unite nell’Organizzazione. Dall’Iran all’Afghanistan, dall’Armenia alla Somalia, dalla Siria alla Libia. E oltre.

Che senso ha dunque celebrare oggi la Giornata delle Nazioni Unite? Il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, lancia uno stringato videomessaggio in cui riconosce che “siamo un mondo diviso. Possiamo e dobbiamo essere nazioni unite”. Se, infatti, “le Nazioni Unite sono un riflesso del mondo così com’è – e un’aspirazione al mondo che sappiamo possa essere” occorre impegnarsi per continuare a costruire un mondo migliore. “Secondo le nostre aspirazioni”, sicuramente quelle dello Statuto sottoscritto direbbe Guterres, ma soprattutto secondo regole di civiltà che precludono la sua stessa autodistruzione…Leggi tutto su Unimondo)

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