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In panne la tregua tra Islamabad e Ttp

Un alto dirigente del gruppo islamista pachistano Tehreek-e-Taleban Pakistan (Ttp), Khalid Balti alias Mohammad Khorasani, è stato ucciso nella provincia orientale di Nangarhar in Afghanistan, come ha confermato lunedì scorso un alto funzionario della sicurezza pachistana alla stampa locale. I dettagli sull’omicidio restano confusi. L’ex portavoce, secondo quanto diffuso dal gruppo, è stato ucciso da uno sconosciuto. Il Governo ha aperto un’inchiesta.

L’assassinio avviene in un momento delicato dopo che l’8 novembre scorso il gruppo fuori legge e il Governo avevano raggiunto l’accordo per un cessate il fuco di un mese. Accordo scaduto il 9 dicembre e non ancora rinnovato. E accordo che si deve alla mediazione dei Talebani afgani forse proprio grazie al lavoro di Balti: il cinquantenne originario del Gilgit-Baltistan era stato spesso in visita a Kabul da quando i Talebani avevano preso il potere a Kabul. Si disse allora che l’artefice estero dell’accordo fosse il ministro Haqqani, molto ascoltato dal Ttp.

Le cose dunque si complicano e proprio alcuni giorni fa il direttore generale delle relazioni pubbliche interservizi (ISPR), il maggiore generale Babar Iftikhar, aveva confermato che il dialogo con il Ttp era sospeso.  “Il cessate il fuoco è terminato il 9 dicembre ed è stata una misura di rafforzamento della fiducia – ha detto Babar Iftikhar – adottata prima dei colloqui su richiesta dell’attuale governo afgano”. “Il Ttp non è un monolite – ha aggiunto – e ci sono differenze interne. Ci sono stati alcuni problemi (con)  alcune condizioni che non erano negoziabili da parte nostra…Stiamo continuando con le operazioni (militari) e continueremo fino a quando non ci saremo sbarazzarsi di questa minaccia”.

Parole che non devono essere piaciute al Ttp perché l’anno nuovo è stato caratterizzato dall’intensificarsi di operativi militari pachistani contro “attori non statali”, motivo per cui il Ttp per ora non vuole saperne di rinnovare la tregua. La morte di Balti ora complica le cose. Precedenti tentativi di mettersi d’accordo rislagono al febbraio del 2014 quando per la prima volta vennero avviati colloqui tra le parti che fallirono però in tempi brevi. Da allora, una delle difficoltà è stata l’estremo frazionamento del cartello jihadista una parte del quale aveva giurato fedeltà allo Stato islamico. Le cose sono cambiate dopo la presa del potere talebano in Afghanistan. I rapporti tra i due gruppi sono stretti ma le rispettive agende politichesono  molto diverse.

(Red/Est/Em. Gio.)

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In copertina la strada verso il Khyber Pass che  porta dal Pakistan alla provincia afgana del Nangarhar. Nel testo il titolo di un quotidiano pachistano

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