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Verso il voto a Taiwan

di Lorenzo Lamperti

Il 2024 è iniziato, mancano 11 giorni alle elezioni presidenziali e legislative di Taiwan*.  Visto che se n’è parlato tanto, togliamoci subito il pensiero di parlare del discorso di fine anno di Xi Jinping per poi passare ad altri aspetti in vista del voto. Intanto partiamo dalle parole esatte pronunciate da Xi: “La riunificazione della madrepatria è una necessità storica: i compatrioti su entrambi i lati dello Stretto devono unirsi e condividere la grande gloria del rinnovamento nazionale”. Nota a margine: il discorso di Xi è su tante altre cose, alcune anche molto interessanti, il passaggio su Taiwan è solo questo. Comunque. La parola “inevitabile” che appare nelle traduzioni in inglese e italiano non c’è, anche se il senso rimane. Si tratta di una novità? No, Xi lo ha detto e ripetuto decine di volte anche in queste occasioni e anche in modo più elaborato e aggressivo di questo.

Lo aveva detto non più tardi del 26 dicembre al simposio per il 130° anniversario della nascita di Mao Zedong. Insomma, si tratta di un “avvertimento” che è il minimo comune denominatore della tradizionale posizione di Pechino sulla questione di Taiwan. Definendo l’obiettivo della riunificazione qualcosa di storico Xi ribadisce sia al pubblico interno che a quello esterno, Usa in primis, che su Taiwan non potrà mai negoziare. Anche qui non una novità vista la discussione tra Xi e Biden sul tema a San Francisco, quando il leader cinese aveva dato garanzie sulla non volontà di operare azioni militari nel prossimo futuro, chiedendo però supporto all’ipotesi della “riunificazione pacifica”.

Certo, il tempismo è importante visto che tra 13 giorni ci sono le elezioni a Taiwan. Ma il discorso di Xi non cambierà i calcoli dei taiwanesi in vista del voto…. (leggi tutto su ChinaFiles)

 * Le ottave elezioni presidenziali a Taiwan si terranno il 13 gennaio 2024 come parte delle elezioni generali.[1][2] La presidente in carica Tsai Ing-wen del Partito Democratico Progressista (Dpp) è stata eletta alla carica di Capo dello Stato  due volte consecutive dal 2016 e pertanto non è più candidabile (ndr). L’immagine di copertina è tratta dalla Homepage del Dpp

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