di Andrea Tomasi
Donald Trump si sfila dall’accordo nucleare con l’Iran. Parliamo del ritiro americano dal Joint comprehensive plan of action (Jcpoa). Il trattato prevedeva che, oltre a cancellare le sanzioni legate al programma nucleare, gli Stati Uniti non ostacolassero la reintegrazione dell’Iran nell’economia mondiale. Washington non ha ottemperato a quest’obbligo. Ha intralciato le transazioni finanziarie fra le banche europee e l’Iran. Esponenti dell’amministrazione Usa hanno più volte scoraggiato le imprese occidentali dall’investire nel Paese.
«L’Iran invece si è comportato in maniera corretta». A dirlo ai microfoni di Caravan è Marina Forti, giornalista freelance, grande conoscitrice dell’Iran, collaboratrice di Reset e Internazionale.
Forti – nell’intervista che trovate sotto (si tratta di un estratto; la versione integrale verrà pubblicata nei prossimi giorni) – parla dell’orgoglio iraniano. Il governo – spiega – aveva seguito tutte le indicazioni e ora, anche per l’opinione pubblica, gli Stati Uniti sono quella forza che non rispetta i patti.
L’ayatollah Ali Khamenei, il Leader supremo e prima autorità della Repubblica islamica dell’Iran, nei giorni scorsi ha dichiarato: «L’Iran continuerà a rispettare l’accordo sul nucleare, anche se gli Stati uniti d’America hanno deciso di tirarsi fuori, finché gli altri firmatari faranno altrettanto e finché gli interessi iraniani saranno garantiti».
Il presidente Rohani – ricorda Forti su Reset – ha voluto soprattutto rassicurare i suoi concittadini: il Paese saprà proteggere i suoi interessi e la sua economia. La Banca centrale iraniana ha comunicato che dispone di abbastanza valuta forte da far fronte alle necessità. L’Iran potrà assorbire il colpo, questo è il messaggio.
Negli ultimi due anni oltre 30 miliardi di dollari hanno lasciato il paese e nelle ultime settimane anche molti piccoli risparmiatori, spaventati dalle tensioni crescenti, sono corsi a comprare dollari, ovviamente in banconote.
ASCOLTA le parole di Marina Forti: