Thailandia

Se la pandemia da Covid-19 ha aggravato la crisi che attanaglia la seconda economia della Regione del Sud-est asiatico da almeno quindici anni, il dato politico principale continua a essere il movimento per la riforma costituzionale, antimonarchico e contrario al premierato di Prayut Chan-o-cha, ormai al potere da otto anni e riconfermato dalle elezioni del 24 marzo 2019, le prime dal colpo di Stato del 2014 che aveva appunto insediato come premier Prayut, leader del golpe. Il 2022 ha visto forse meno manifestazioni rispetto agli anni precedenti ma nel mirino resta, oltre al Premier, il nuovo re Maha Vajiralongkorn: non amato quanto il padre Bhumibol, il sovrano è riuscito ad accentrare un potere che si estende sul patrimonio della Corona e sulle truppe che presidiano Bangkok. Pur contenuto dal Covid, dalla repressione e dalle divisioni interne tra libertari, neo-marxisti e antimonarchici, il movimento giovanile che ha tratto ispirazione dai gruppi della Milk Tea Alliance formati dai netizen di Hong Kong e Taiwan ha continuato a essere un protagonista che ha spinto l’opposizione in Parlamento a contestare il ruolo di Prayut sino all’agosto 2022, quando, a sorpresa, la Corte Suprema lo ha sospeso da Premier dando seguito alla sfida legale dei partiti che lo osteggiano e secondo cui Prayut sarebbe in carica già oltre il suo mandato. La Corte si è però presa tempo per dare una risposta definitiva. Alle spalle del movimento giovanile studentesco (che ha però finito per attrarre anche altri settori sociali e addirittura monaci) c’è quel che resta del più forte partito d’opposizione, il Future Forward, il cui successo alle elezioni del 2019 aveva fatto sperare in una stagione di cambiamento. Pretestuosamente sciolto dal Governo, resta un’ombra lunga che potrebbe saldarsi coi sostenitori (le camicie rosse) dell’ex premier Thaksin Shinawatra, deposto da un golpe nel 2006. Molto si giocherà nelle elezioni fissate per il maggio 2023, quando si presenterà anche il Move Forward Party, successore de facto del disciolto Future Forward.

Sul piano del conflitto interno, la Thailandia è impegnata nelle Province meridionali dove dal 2004 l’esercito combatte i movimenti insurrezionalisti islamici. Dopo oltre 7.000 morti e ripetuti tentativi di accordo, la situazione è in stallo, anche se nel gennaio 2022 si sono fatti piccoli passi avanti negoziali. Tensione con l’esterno invece lungo i confini con il Myanmar, dove il conflitto tra opposizione e Giunta militare continua a produrre flussi di migranti.