Kurili, le isole contese fra Russia e Giappone dopo la crisi ucraina

Dopo l'invasione russa in Europa i rapporti tra Tokio e Mosca su queste terre asiatiche "alla fine del Mondo" sono diventati più difficili

di Arianna Miorandi

“In quelle isole lontanissime, avvolte in misteriosi, eterni banchi di nebbia, in mezzo all’Oceano Pacifico, avevo passato quasi un mese affascinato da una incredibile, selvaggia natura fatta di montagne ghiacciate e di laghi che ribollono…” Così Tiziano Terzani descriveva le isole Curili, “le isole alla fine del Mondo”, nel suo libro Buonanotte, Signor Stalin. Dal 1945 le isole sono oggetto di una disputa territoriale tra Giappone e Russia: non tutte le isole dell’arcipelago (che ne conta 56) ma le quattro che si trovano nella parte meridionale, Iturup, Kunashir, Shikotan e Habomai. Nell’agosto del ‘45 l’intero arcipelago fu occupato dall’Unione Sovietica, e da allora il Giappone ha contestato la sovranità delle quattro isole meridionali, che prima facevano parte della prefettura giapponese dell’Hokkaido.

I Territori del Nord (così sono chiamate in Giappone le quattro isole) sono per il governo di Tokio occupati illegalmente. Da oltre settant’anni questa disputa impedisce a Russia e Giappone di negoziare un accordo di pace. Nel 1956 Mosca e Tokio firmarono una Dichiarazione congiunta, che ristabilì le relazioni bilaterali ma non aprì la strada alla pace. Nel documento sottoscritto Mosca promise di prendere in considerazione la possibilità di cedere Habomai e Shikotan al Giappone dopo la firma di un trattato di pace, mentre il destino di Kunashir e Iturup non veniva affrontato. L’Urss si aspettava che la Dichiarazione congiunta potesse porre fine alla disputa, ma il Giappone non rinunciò alle proprie rivendicazioni su tutte e quattro isole. Da allora la controversia territoriale non è stata risolta e, tecnicamente, i due Paesi sono ancora in guerra.

La questione dei Territori del Nord è stata l’ostacolo principale nelle relazioni bilaterali, anche nell’era post Guerra fredda. Sebbene alcuni incontri al vertice tra Mosca e Tokio, sia sotto la presidenza Eltsin che Putin, sembrassero aprire la strada ad un accordo, reali passi in avanti nella risoluzione della disputa non ne sono stati fatti. Le isole rivestono per la Russia un importante ruolo geopolitico; esse separano il Mare di Okhotsk dall’Oceano Pacifico e si trovano in una posizione vitale per la difesa degli interessi russi nel nord-ovest dell’Asia-Pacifico. Inoltre, le acque attorno alle isole sono considerate fra le più pescose del mondo e si stima che le isole siano ricche di riserve offshore di petrolio e di gas e depositi di renio, trovati sul vulcano Kudriavy di Iturup.

A differenza della Russia, dove l’argomento delle isole Curili compare raramente nei notiziari nazionali, in Giappone il destino dei territori contesi è un tema caldo. La passione che circonda la restituzione delle isole è alimentata non solo dagli interessi politici ma anche dai sentimenti nazionalistici dell’élite giapponesi. Il Giappone ha persino istituito una giornata di commemorazione dei Territori del Nord, che si celebra il 7 febbraio (giorno della firma del Trattato di Shimoda fra Giappone e Impero russo che, nel 1855, sancì il passaggio delle quattro isole al Giappone).

Il Primo ministro giapponese, Shinzo Abe, nel suo lungo incarico da Primo Ministro 2012-2020, ha cercato di lavorare per una soluzione diplomatica. Nel 2018 a Singapore, durante un incontro con il Presidente Putin, dichiarò che le parti avevano concordato di accelerare il processo negoziale per un trattato di pace, basato sulla Dichiarazione congiunta del 1956. Ciononostante, la Russia ha aumentato, negli ultimi anni, la sua presenza militare sulle quattro isole, con la costruzione di caserme, piste d’atterraggio e altre infrastrutture militari.

Oggi, ogni speranza di una risoluzione della disputa è svanita con lo scoppio della guerra in Ucraina. Il Giappone ha dato il suo pieno sostegno all’Ucraina, ha adottato numerose sanzioni contro la Russia, tra cui il congelamento dei beni di alcuni cittadini russi e la restrizione dei viaggi in Giappone dalla Russia, ha accolto rifugiati ucraini e ha garantito aiuti finanziari al governo di Kiev. Ha, inoltre, fornito alle forze militari ucraine equipaggiamento protettivo come giubbotti antiproiettile ed elmetti. Nello scorso dicembre, l’attuale Primo ministro Kishida, ha ampliato le sanzioni contro la Russia. Il Ministero degli esteri giapponese, nel Diplomatic Bluebook del 2022 e del 2023, per la prima volta dal 2003 ha definito i Territori del nord come “occupati illegalmente”, dopo che per anni la diplomazia giapponese aveva usato toni più sfumati. Zelensky ha invitato la comunità internazionale a riconoscere le rivendicazioni giapponesi sulle quattro isole contese.

In risposta, la Russia ha interrotto i colloqui con il Giappone per il trattato di pace, ha congelato i progetti economici congiunti, ha sospeso l’ingresso senza visto nelle quattro isole per i cittadini giapponesi e i programmi di scambio, incluse le visite alle tombe per gli ex residenti giapponesi delle isole e i loro familiari. Ha, inoltre, condotto nuove esercitazioni militari nell’area. Le ripercussioni della guerra in Ucraina si fanno sentire anche nelle “isole alla fine del Mondo”.

In copertina (i nomi sono in russo con translitterazione inglese) la mappa delle isole contese

 

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