Oltre 50 persone sono state brutalmente trucidate in Mozambico con un’esecuzione collettiva mentre si svolgeva una cerimonia rituale. E’ accaduto tra il 31 ottobre e il 4 novembre nel distretto di Muidumbe, 100 km a sudovest di Mocimboa da Praia. I terroristi – scrive il magazine online Africa Express – sono entrati nel villaggio “24 de Março” per ammazzare: “Dopo la strage – avvenuta per decapitazione – sono entrati in un villaggio vicino dove si teneva un’altra cerimonia di iniziazione. Anche lì hanno decapitato 24 bambini e sei anziani. La popolazione è però riuscita a catturare tre jihadisti che ha decapitato come avevano fatto con le loro vittime. Ma, per l’ennesima volta, i villaggi sono stati distrutti”.
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La notizia è stata data da Pinnacle News, la Rete di comunicazione comunitaria di Cabo Delgado. Sotto accusa ci sono gruppi jihdisti e, secondo la popolazione, l’obiettivo era una vendetta: ossia la decapitazione di 270 persone, il numero di terroristi uccisi nello stesso distretto. Il ministro mozambicano degli Interni, Amade Miquidade, ha infatti confermato che tra il 26 e il 29 ottobre sono stati uccisi 130 insorti. Gli al Shebab, così vengono chiamati dalla popolazione, dal 15 agosto hanno ancora il controllo di Mocimboa da Praia. Hanno anche occupato il porto e dell’aeroporto della città che le Forze governative non riescono a liberare.
La violenza non e’ un episodio a Capo Delgado: i combattimenti a Cabo Delgado – ricorda oggi Al Jazeera – hanno ucciso 2.283 persone da quando sono iniziati più di tre anni fa e 355mila persone sono state costrette a lasciare le loro case, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). I gruppi di difesa dei diritti umani affermano che i combattenti di Cabo Delgado hanno un terribile bilancio: esecuzioni sommarie, decapitazioni, incursioni nei villaggi, saccheggi e distruzione di infrastrutture, comprese scuole e strutture mediche. Anche le forze governative sono sotto accusa: implicate in gravi violazioni dei diritti umani durante operazioni nella provincia, inclusi arresti arbitrari, torture, uso illecito della forza contro civili ed esecuzioni extragiudiziali.
In copertina una mappa della zona (google maps).
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