Sono trentaquattro i giornalisti che hanno perso la vita nel 2016 nello svolgimento del proprio lavoro.
I dati ci arrivano dal Committee to Protect Journalists, un comitato indipendente che promuove la libertà di stampa nel mondo e si occupa di difendere i professionisti dell’informazione.
Il primato negativo va alla Siria con 9 morti, segue l’Iraq con 5, lo Yemen con 4, la Libia con tre reporter deceduti.
Ma non sono solo le zone di conflitto aperto ad essere interessate. Due morti sono stati registrati anche in Messico, due in Pakistan, due in Turchia, due in India e Afghanistan, uno in Brasile, uno in Ucraina e in Guinea.
L’ultimo ad aver perso la vita, il 22 ottobre, è stato Ali Risan,della Tv Al-Sumaria in Iraq durante lo scontro tra le forze irachene e l’Isis.
I dati sono ancora più impressionanti se si pensa che i giornalisti che hanno perso la vita dal 1992 sono 1214.
Secondo il CPJ nel 2016 il 21% di questi sono freelance e la totalità dei casi è rimasta impunita.
Tra i casi impunti rimane ancora quello di Ilaria Alpi. Ventidue anni dall’omicidio e ancora nessun colpevole per l’omicidio della giornalista e per l’operatore Miran Hrovatin.
Dopo anni di indagini e depistaggi l’ultimo atto della vicenda è arrivato il 19 ottobre, quando la Corte d’Appello di Perugia ha assolto Omar Hassan.
Omar Hassan era stato arrestato nel 1998 e ha scontato 17 dei 26 anni che gli erano stati inflitti.
Ilaria Alpi, inviata in Somalia per il Tg3, venne uccisa durante una sparatoria a Mogadiscio. I due giornalisti seguivano la missione Onu “Restore Hope”.
Per Ilaria Alpi, nonostante avesse solo 28 anni era la settima missione in Somalia.
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