Dossier/ Vaccini e disuguaglianze

La vaccinazione anti Covid 19 sta rimarcando disuguaglianze già esistenti e conosciute. In questo dossier analizziamo due iniziative lanciate dalla società civile per abolire i brevetti ai vaccini, l’accusa dell’eurodeputata Manon Aubry alla Commissione Europea e quella di Antonio Guterres, segretario Onu, contro la distribuzione iniqua e “selvaggia” che danneggia i Paesi più in difficoltà e quelli interessati da conflitti, crisi umanitarie, povertà.

Per avere un’idea globale dell’andamento della vaccinazioni del mondo, ecco la mappa interattiva di Gedidigital.

*In copertina photo by Ivan Diaz on Unsplash

*Di seguito il grafico di Human Policy Watch sulle vaccinazioni pro capite al 13 gennaio 2021

Una distruzione ingiusta

“Selvaggiamente irregolare e ingiusta”. Così il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto la distribuzione dei vaccini anti Covid 19 nel mondo. Al 17 febbraio 2021, Guterres denunciava che 10 Paesi ricchi hanno ricevuto il 75 per cento di tutte le vaccinazioni, mentre 130 Paesi non hanno ricevuto neppure una singola dose di vaccino. “In questo momento critico, l’equità del vaccino è il più grande test morale davanti alla comunità globale”, ha detto Guterres che ha chiesto un piano di vaccinazione globale urgente.

The People’s Vaccine Alliance, coalizione di organizzazioni e di attivisti che lotta per l’equità sanitaria ha denunciato, riferendosi al 96% della produzione Pfizer attesa e tutti i vaccini Moderna prodotti nel 2021, che “le nazioni ricche che rappresentano solo il 14% della popolazione mondiale hanno acquistato più della metà (53%) di tutti i vaccini attesi”.

Dal momento che i costi dei vaccini variano a seconda del Paese (ad esempio il Sud Africa paga i suoi primi vaccini sviluppati da AstraZeneca circa 2,5 volte di più rispetto a quanto speso dalle nazioni europee), l’Omsa ha chiesto a più riprese di evitare i negoziati bilaterali con i laboratori, che possono far lievitare i prezzi. Un appello a far arrivare rapidamente i vaccini anti-Covid anche all’Africa è stato lanciato dalla direttrice di UNAids, Winnie Byanyima, che chiede all’industria farmaceutica di “non farsi spingere dal desiderio di super profitti”, assicurando che “possono ancora realizzarli anche se condividono le loro formule”.

Via i brevetti: le petizioni

Organizzazioni, associazioni e tanti cittadini hanno lanciato una petizione per rivolgersi direttamente alla Commissione europea e proporre un atto legislativo. Per essere presa in considerazione  è necessario che 1milione di persone provenienti da tutta la Unione Europea firmi a suo sostegno. “Abbiamo tutti diritto alla salute – si legge al primo punto delle quattro rivendicazioni – In una pandemia, la ricerca e le tecnologie dovrebbero essere condivise ampiamente, velocemente, in tutto il mondo. Un’azienda privata non dovrebbe avere il potere di decidere chi ha accesso a cure o vaccini e a quale prezzo. I brevetti forniscono ad una singola azienda il controllo monopolistico sui prodotti farmaceutici essenziali. Questo limita la loro disponibilità e aumenta il loro costo per chi ne ha bisogno”

La petizione chiede che i dati sui costi di produzione, i contributi pubblici, l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e dei farmaci siano essere pubblici, così come i contratti tra autorità pubbliche e aziende farmaceutiche. “Non possiamo permettere – si legge – alle grandi aziende farmaceutiche di privatizzare tecnologie sanitarie fondamentali che sono state sviluppate con risorse pubbliche”. Secondo i firmatari “le grandi aziende farmaceutiche non dovrebbero trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone. Una minaccia collettiva richiede solidarietà, non profitti privati”.

Esiste anche una versione italiana, lanciata nel novembre 2020 da esponenti politici, scienziati, economisti al governo italiano per chiedere che siano sospesi i brevetti sui vaccini e sulle apparecchiature biomedicali durante la fase di emergenza. “Nel 2020 – si legge nella petizione – il mondo è stato travolto da una pandemia che, come ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale del Commercio, rappresenta “una devastazione senza precedenti per l’economia globale e il commercio mondiale”. Una misura di politica internazionale per garantire l’accesso universale al vaccino e agli altri rimedi che possano fermare il virus SARS-CoV-2 è dunque indispensabile. Sin dall’inizio della pandemia, infatti, la possibilità di accesso ai prodotti essenziali, nel mondo, è fortemente diseguale”.

Secondo la petizione una delle principali barriere di accesso ai farmaci essenziali risiede nei diritti di proprietà intellettuale, ovvero nel regime di monopolio brevettuale della durata di venti anni che gli accordi TRIPS dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) conferiscono alle industrie.

Il 2 ottobre India e Sudafrica hanno per questo chiesto ufficialmente all’Omc di permettere a tutti i paesi membri di non concedere brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale in relazione al Covid19 per tutta la durata della pandemia, fino al raggiungimento dell’immunità globale. La proposta di India e Sudafrica è sostenuta da molti altri governi, da organizzazioni internazionali, e da oltre 400 organizzazioni della società civile, da esperti, economisti.

“Chiediamo dunque – conclude la petizione – che l’Italia si adoperi con convinzione in seno all’Unione Europea, di concerto con altri paesi europei, affinché l’ostilità della Commissione alla iniziativa di India e Sudafrica sia immediatamente rivista, e sia invece accolta per Covid 19 la temporanea eccezione al regime ordinario dell’Accordo Trips”.

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