Dossier/ Le mine nel mondo

Il 21 novembre 2019 è stato presentato a Ginevra il Landmine Monitor 2019, il report annuale pubblicato dalla International Campaign to Ban Landmines che esamina e monitora i progressi realizzati nell’ambito della Convenzione di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona, e fornisce una fotografia dello state dell’arte a livello mondiale rispetto all’Universalizzazione del trattato, e dei vari adempimenti degli obblighi in esso contenuti da parte degli Stati Membri.

In questo dossier analizzeremo il nuovo rapporto.

Sempre più incidenti

Per il quarto anno consecutivo, nel 2018, si è registrato un numero eccezionalmente alto di incidenti dovuti a mine antipersona e residuati bellici esplosivi, come le mine improvvisate, residui di munizioni, cluster e altri dispositivi. Si sono registrate 6.897 vittime tra persone decedute (3.059) e ferite (3.837). Per uno dei casi registrati non si hanno notizie dello stato della vittima.

Gli incidenti si sono verificati in 50 paesi e altre aree, di cui 32 sono Stati Parte del Trattato di Messa al Bando delle mine. La percentuale maggiore delle vittime è rappresentata da civili, il 71%. Di tutti gli incidenti che coinvolgono i civili il 54% riguarda bambini, con un aumento del 7% rispetto al totale del 2017 e del 12% rispetto al 2016.

La maggior parte degli incidenti si sono verificati in Paesi teatro di conflitti armati: Afghanistan, Mali, Myanmar, Nigeria, Siria ed Ucraina. Per il terzo anno consecutivo, nel 2018, si è registrato il più alto numero di incidenti annuali causati da mine improvvisate. Il Monitor ha registrato oltre 130mile vittime e circa 90mila sopravvissuti, da quando ha iniziato il suo monitoraggio nel 1999.

L'investimento per sminare

Gli stati interessati e la comunità interbazionale hanno investito circa 700milioni di dollari per lo sminamento nel periodo preso in esame. La cifra è inferiore rispetto al 2017: l’investimento nazionale è diminuito di 95milioni di dollari, mentre il supporto internazionale è diminuito di circa 53milioni. Nonostante questo però la cifra è ancora il secondo totale più alto per finanziamenti internazionali e nazionali contro le mine mai segnalati dal Monitor.

Il finanziamento è concentrato in cinque stati (Iraq, Afghanistan, Siria, Croazia e Laos), che hanno ricevuto il 55% di tutto il sostegno internazionale. La metà di tutto il finanziamento dedicato all’assistenza alle vittime è andato a soli quattro paesi: Iraq, Afghanistan, Yemen e Siria. Il declino registrato per la maggior parte degli altri destinatari ha compromesso la sostenibilità dei programmi essenziali, nonostante i bisogni delle vittime siano di lunga durata.

La maggior parte degli Stati parte del trattato sul divieto di mine non disponeva di risorse e pratiche adeguate per adempiere agli impegni assunti nel piano d’azione Maputo 2014-2019. Nella maggior parte degli Stati parte sono però stati avviati programmi di riabilitazione fisica per i sopravvissuti Monitorare il 2019.

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