Si discute di una nuova Costituzione in Turchia. Il tratto cardine della riforma pensata da Ergogan sarebbe la svolta presidenzialista. Nella nuova stesura ne uscirebbe infatti un maggior potere per il presidente.
Una delle modifiche riguarderebbe anche la durata del mandato presidenziale. Ad oggi esiste un limite di due mandati. La riforma eliminerebbe questo limite e, ripartendo da zero, consentirebbe a Erdogan di rimanere al potere fino al 2029.
La bozza della riforma non è stata ancora resa pubblica, ma pare che si stata sottoposta al partito nazionalista dell’Mhp.
Secondo la stampa locale, poi, il presidente assumerebbe il potere di nominare i vertici militari e dell’intelligence, i rettori dell’università, burocrati di alto livello e le autorità giudiziarie. Il presidente avrebbe poi due vice e potrebbe emanare decreti su diverse materie senza bisogno di consultare il Parlamento.
Oppositori della riforma, oltre al partito filocurdo Hdp (i cui leader sono però in carcere accusati di terrorismo e di legami con il Pkk), anche i socialdemocratici
Intanto anche l’Unione Europea ha fatto sapere il proprio disappunto sulla riforma e sulla ventilata ipotesi di reintroduzione della pena di morte.
Erdogan ha infatti specificato che per la pena capitale ci si potrebbe rivolgere al popolo con un referendum.
Intanto l’Unione Europea ha votato, il 24 novembre, una risoluzione, non vincolante, per il congelamento dei negoziati di adesione della Turchia.
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