Dossier/ Unione economica euroasiatica: cos’è e come funziona

Nata nel 2015 con il patto di Astana, l’Unione economica euroasiatica (Uee) è secondo molti una realtà ancora in costruzione, che ha fino ad oggi favorito quasi esclusivamente la Federazione Russa. L’Unione, con i suoi 180milioni di abitanti, costituisce il 3,2% per Pil globale con esportazioni che ammontavano a 731miliardi di dollari nel 2021. Con l’invasione dell’Ucraina del 2022, l’Uee si è resa economicamente più utile che mai per la Russia.

In questo dossier si analizzano alcuni aspetti dell’Unione: dalla fondazione, al suo funzionamento, fino alle voci critiche di alcuni Paesi membri.

*In copertina Foto di AntonGrachev su Shutterstock, di seguito foto di Michaelvbg su Shutterstock

Un'Unione che favorisce i russi

L’Unione Economica Euroasiatica è un blocco regionale orientato verso la Federazione Russa, dove Mosca può di fatto esercitare un certo grado di controllo verso gli Stati Membri. Il supporto popolare, però, per questo progetto resta secondo molti ancora consistente, anche se sembra improbabile, come riferito dal sociologo Alexander Libman, che l’Unione possa espandersi.

Osservatori rilevano che l’Uee potrebbe essere utilizzata da Mosca per portare avanti i propri progetti politici su scala regionale e per continuare ad esercitare un ruolo di dominanza nei confronti di altre Nazioni dell’area post sovietica. 

Il Pil russo ammonta all’86% di quello dell’intera Unione, che appare così più una garanzia di cooperazione commerciale per Mosca. Inoltre la maggior parte degli scambi si svolgono tra la Russia e ciascuna delle altre quattro nazioni anziché tra tutte e cinque: questo significa che la Russia è facilmente in grado di agire unilateralmente all’interno dell’unione.

Secondo molti l’Uee è solo un’unione doganale parziale poiché gli Stati membri si comportano così spesso in modo unilaterale. Nel 2014, ad esempio, la Russia ha bloccato le importazioni agricole dall’Ue e il commercio con l’Ucraina come rappresaglia, ma altri stati membri non hanno sostenuto o attuato il divieto.  Anche il Kazakistan, entrato nell’Organizzazione mondiale del commercio, nel novembre 2015 dopo essere entrato nell’Uee, ha negoziato una tariffa inferiore alla tariffa comune dell’Unione: il 40% dei dazi doganali non è quindi armonizzato. Secondo il Chatham House, centro studi britannico, l’Uee è “un’unione doganale frammentata, caratterizzata dall’unilateralismo russo e dal suo difficile rapporto con gli Stati membri più piccoli”.

Non mancano infatti le voci critiche. Il funzionamento della macchina Uee sembra aver avuto degli intoppi, dovuti anche agli eventi geopolitici degli ultimi anni, incluso il conflitto militare in Ucraina. Secondo l’analista finanziario Rasul Rysmambetov “le disfunzioni sono apparse fin dall’inizio della costituzione dell’Unione da quando i russi hanno imposto restrizioni non tariffarie alle merci kazake”. Secondo l’economista Magbat Spanov, invece, il Kazakistan beneficia solo in parte delle libertà fondamentali all’interno dell’Unione, perché la maggior parte dei vantaggi sono solo teorici. Anche l’economista kazako Almas Chukin ha dichiarato nel marzo 2022, un mese dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, che  “nel complesso, l’Uee ha lavorato a favore del più forte” e ha aggiunto che, se negli ultimi anni la Russia ha aumentato le sue esportazioni verso il Kazakistan, il Kazakistan non ha fatto lo stesso, portando il saldo negativo del commercio reciproco ammontava a 12miliardi di dollari all’anno.

I passi futuri dell'Uee

Nel maggio 2022, nell’anno della presidenza Kirghiza, sono state stabilite le linee guida per il 2022-2023. Tra questi c’è la negoziazione di un accordo di libero scambio con l’Indonesia, mentre sono già all’attivo trattative con Mercosur e Asean. Ma l’Uee guarda anche all’Africa. I progressi nella costruzione di un’area di libero scambio tra l’Uee e l’Unione Africana hanno già compiuto il primo passo concreto in avanti dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio continentale africano (AfCFTA) il 1° gennaio 2022. Il Commercio tra Russia e Africa, è infatti aumentato vertiginosamente lo scorso anno. “Solo sei anni fa – ha detto Benedict Oramah, il presidente dell’African Export–Import Bank in un’intervista a Tass – le esportazioni dalla Russia ammontavano a circa 8miliardi di dollari e importazioni in Russia dall’Africa a 2miliardi di dollari. Oggi abbiamo esportazioni russe in Africa per un valore di 14miliardi di dollari all’anno e importazioni di prodotti africani per circa 5miliardi. Ciò rappresenta un raddoppio del commercio russo-africano dal 2015 con un tasso di crescita medio annuo del 15%”. La Russia, inoltre, è fortemente coinvolta nell’industria africana del petrolio e del gas, ha investito in infrastrutture. L’Uee dovrebbe poi concludere un accordo commerciale agricolo con l’Ua nel 2023.

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