Dossier/ Scuola e istruzione: per molti ma non per tutti

A settembre la ripresa della scuola è per molti ma non per tutti. Secondo l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) sono 244 milioni i giovani di età compresa tra i 6 e i 18 anni che non vanno a scuola e 771 i milioni di adulti analfabeti. Ancora oggi meno del 40% delle ragazze nell’Africa subsahariana completa la terza media e circa quattro milioni di giovani rifugiati non vanno a scuola.

Non frequentare le lezioni non incide solo sull’istruzione perché un bambino o una bambina, che non frequenta la scuola è più vulnerabile ai trafficanti, al reclutamento militare, ai matrimoni precoci, alle gravidanze adolescenziali e al lavoro minorile. Si stima infatti che se tutte le ragazze completassero l’istruzione secondaria, ci sarebbero il 49% in meno di morti infantili, il 64% in meno di matrimoni precoci, il 59% in meno di gravidanze giovanili, e guadagnerebbero fino al 45% in più di una donna senza istruzione. L’istruzione, inoltre, è un fattore chiave per lo sviluppo sociale ed economico. Secondo la Banca Mondiale, ogni anno in più di istruzione è associato ad un aumento del 9% della retribuzione oraria.

*In copertina foto di Boxed Lunch Productions su Shutterstock. Di seguito un grafico sugli attacchi militari alle scuole della Global Coalition to Protect Education from Attack

In aumento gli attacchi alle scuole

Nel 2022 si è registrato un aumento del 112% di attacchi armati contro scuole e ospedali rispetto al 2021. I Paesi più colpiti sono stati Ucraina, Burkina Faso, Israele, Palestina, Myanmar, Mali e Afghanistan. Solo in Afghanistan, l’Onu ha verificato 95 attacchi: 72 contro scuole, 23 contro ospedali.

Mentre i gruppi armati non statali sono stati responsabili del 50% delle gravi violazioni, le forze governative sono state le principali responsabili dell’uccisione e della mutilazione di bambini, degli attacchi a scuole e ospedali e del rifiuto dell’accesso umanitario. Tra i fattori che hanno avuto l’impatto più grave c’è stato l’uso di armi esplosive, in particolare in aree popolate come Gaza, Siria, Ucraina e  Yemen.

Nel 2020 e nel 2021 sono stati segnalati più di 5.000 attacchi all’istruzione e episodi di uso militare di scuole e università, che hanno danneggiato oltre 9.000 studenti ed educatori in almeno 85 paesi. In media, ogni giorno si sono verificati sei attacchi contro l’istruzione. Secondo la Global Coalition to Protect Education from Attack (vedi chi fa cosa), tra il 2017 e il 2022 sono state registrate in tutto il Mondo oltre 14.500 segnalazioni di attacchi all’istruzione o all’uso militare di strutture educative. Più di 28.000 studenti, insegnanti e accademici sono rimasti feriti, uccisi o danneggiati in attacchi condotti in situazioni di conflitto armato o insicurezza.

Gli attacchi all’istruzione violano il diritto internazionale umanitario e penale e possono costituire crimini di guerra come stabilito nei Regolamenti dell’Aja del 1907, nelle Convenzioni di Ginevra del 1949 e nei relativi Protocolli Aggiuntivi, nella Convenzione di Roma Statuto della Corte penale internazionale e dal diritto internazionale umanitario consuetudinario.

I più e i meno scolarizzati

Secondo i dati del Centro Wittgenstein poco meno del 10% della popolazione mondiale di età superiore ai 15 anni non ha un’istruzione formale, ovvero non ha frequentato o completato la prima elementare. Circa il 10% delle persone ha completato l’istruzione primaria (che va dall’asilo nido fino a 11 o 12 anni) con un ulteriore 5% che ha un’istruzione primaria incompleta. Quasi il 40% della popolazione mondiale ha un’istruzione secondaria inferiore o superiore, che di solito va dagli 11 o 12 anni fino ai 18 o 19 anni. Il restante 12% della popolazione mondiale ha conseguito un’istruzione superiore al livello secondario, rispetto a solo l’1% nel 1950. Gli individui con livelli di istruzione più elevati tendono a godere di una salute e di un benessere generale migliori.

Secondo il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) un bambino trascorre in media 12,8 anni a scuola o all’università. Con 21,1 anni di scolarità previsti, gli australiani trascorrono più tempo nel sistema educativo, seguiti da Nuova Zelanda (20,3 anni) e Grecia (20 anni). Si passa a scuola solo 5,5 anni in Sud Sudan, 6,9 in Niger e 7,4 in Mali.

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