Cile, dietro il “No” alla nuova bozza di Costituzione

Gli analisti sembrano concordare: "Chiunque proponga un nuovo processo costituente verrà ripudiato"

di Maurizio Sacchi

I cileni hanno bocciato anche la nuova proposta di Costituzione, questa volta  redatta da delegati conservatori. Il 17 dicembre la bozza è stata respinta dal 56 percento degli elettori contro il 44. Gli elettori avevano già respinto una bozza progressista l’anno scorso, ma ora hanno bocciato anche questa di segno opposto, che avrebbe modificato le leggi in settori quali l’accesso all’aborto, la possibilità di sciopero e i diritti delle popolazioni indigene.

Si chiude così un lungo processo per sostituire l’attuale Costituzione cilena, adottata nel 1980 sotto la dittatura di Pinochet, percorso iniziato nel 2019 a seguito delle imponenti  manifestazioni antigovernative, e della dura repressione che ne seguì. Dopo settimane di disordini, il presidente conservatore dell’epoca, Sebastián Piñera, accettò di avviare un processo di riscrittura della Costituzione cilena. La prima bozza, scritta da una Assemblea costituente  di 155 membri eletti, a grande maggioranza di sinistra, proponeva riforme del Senato cileno e il riconoscimento formale dei gruppi indigeni del Paese, ma è stata respinta dal 62 percento  degli elettori nel settembre dello scorso anno.

Il Presidente cileno Gabriel Boric, che aveva appoggiato la prima bozza ma è rimasto neutrale sulla seconda, ha dichiarato prima del voto che sarebbe stato l’ultimo tentativo di riforma costituzionale. “Con questo… il processo costituzionale è chiuso. Ci sono altre questioni urgenti.” La proposta respinta dava un peso decisivo al settore privato in aree come l’istruzione, la sanità e le pensioni, proprio i temi al centro della rivolta di quattro anni fa. I gruppi femministi hanno sostenuto che la costituzione rappresentava una battuta d’arresto per le aspirazioni di genere in tutti i settori. “Le donne sapevano cosa c’era in gioco”, ha dichiarato Carolina Leito, portavoce della campagna “En Contra”. Anche gli ambientalisti sono dello stesso parere su come lo Stato si stava preparando al cambiamento climatico nel testo.

Anche la ex presidente Michelle Bachelet è stata una decisa oppositrice della proposta bocciata il 17 dicembre . “Il percorso aperto nel 2019 nelle strade è chiuso (…) credo che non ci sia né lo spirito né la volontà per portare avanti un nuovo processo [ di riforma costituzionale] e, in secondo luogo, credo che ci siano altri problemi molto più urgenti da risolvere”. La sinistra ha  evitato così una seconda sconfitta, dopo la bocciatura dela riforma progressista della Carta. Ma Boric, al momento,  ha un indice di popolarità inferiore al 40% percento, insufficiente per imporre il suo programma politico, che prevede tra l’altro un’ambiziosa riforma fiscale.

“Una tappa si sta concludendo”, ha detto José Antonio Kast, il leader del Partito Repubblicano di estrema destra, che  ha cercato di evitare di pagare il prezzo personale del verdetto elettorale. La sua intenzione di trasformare la consultazione in un plebiscito contro il governo per consolidare la sua candidatura alla presidenza nel 2025 non si è realizzata. Gli analisti sembrano concordare sulle ragioni del risultato. “La popolazione è così esausta, così lontana dalla volontà di cambiamento che ha dominato la scena tra il 2019 e il 2021, che in verità qualsiasi candidato presidenziale che proponga un nuovo processo costituente sarà ripudiato”, ha dichiarato l’esperto elettorale Pepe Auth.

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