Un complotto ordito da potenze straniere – ancora da chiarire quali, anche se i sospetti sono pntati sull’ala sciita dell’Islam – tribù beduine e parte della famiglia reale. Gli occhi delle principali cancellerie del Mondo sono puntati sulla Giordania, dopo gli arresti di una ventina di personalità molto vicine a re Abdallah e gli arresti domiciliari assegnati al fratellastro, il principe Hamza, ex principe ereditario. Era in atto un tentativo di colpo di Stato, per rovesciare il re. L’indagine – secondo quanto dichiarato dall’agenzia giordana Petra – andava avanti da mesi e si è giunti agli arresti perché i complottisti erano ormai alla vigilia dell’azione. La stabilità del Paese, considerato fra i più solidi dell’area e ritenuto fondamentale per gli equilibri della regione – era in pericolo. Così, si è proceduto agli arresti. Il vice primo ministro e ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha reso noto solo due nomi dei coinvolti. Sono Bassem Awadallah, ex ministro delle Finanze ed ex capo di gabinetto della Corona, e Sharif Asan bin Zaid, membro della famiglia reale. Gli altri sono deferiti al Tribunale per la sicurezza dello Stato.
Intanto, in un video pubblicato dalla Bbc, il principe Hamza ha spiegato di essere ai domiciliari, precisando di non avere avuto accuse formali. Non ha esitato, però, ad attaccare il governo, dicendo di non essere responsabile “della crisi della governance, della corruzione e della incompetenza prevalsa nella struttura del nostro governo negli ultimi 15-20 anni e non sono responsabile per la mancanza di fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini”.
Da Stati Uniti, Lega Araba, Egitto e Arabia Saudita sono arrivati attestati di solidarietà a re Abdallah. Tacciono Cina, Russia e altri Paesi fondamentali dell’area. Si aspetta di capire quali conseguenze ci saranno a livello internazionale, se ci saranno ritorsioni o almeno denunce ufficiali di ingerenza. Il governo giordano ha garantito che tutto avverrà “nella massima trasparenza”. In coerenza, per altro, con l’immagine che re Abdallah ha sempre cercato di avvallare: un governo legato sì alla tradizione, ma aperto e moderno. Non a caso la Giordania è stata tra le prime al Mondo ad avviare la vaccinazione anti Covid19 fra i milioni di profughi che ospita all’interno dei propri confini.
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