Pene più dure contro il caporalato e il lavoro nero. E’ entrata in vigore il 3 novembre la nuova legge italiana che introduce misure di lotta e che inserisce una serie di interventi a tutela dei lavoratori del settore.
La legge ha riformulato e aggiornato la definizione stessa di caporalato sia nei confronti di chi lo conduce che dell’azienda che lo tollera.
Si interviene infatti non solo ne confronti del caporale ma anche del datore di lavoro.
I nuovi strumenti penali saranno la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti.
Un passaggio fondamentale è quello che riguarda la violenza, inserita nella legge come un’aggravante ma non necessaria per definire il reato.
Per la prima volta, poi, si è deciso di estendere le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato.
Secondo il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali “Con la nuova legge le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo, attraverso un piano congiunto di interventi per l’accoglienza di tutti i lavoratori impegnati nelle attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli”.
La legge era attesa da cinque anni. Secondo l’ISTAT, il lavoro irregolare in agricoltura, sarebbe in crescita costante da dieci anni. Per il terzo rapporto Agromafie e caporalato, realizzato nel maggio 2016, dall’osservatorio Placido Rizzotto della FLAI-CGIL, le infiltrazioni mafiose che utilizzano la pratica del caporalato muovono in Italia un’economia illegale e sommersa che va dai 14 ai 17,5 miliardi di euro.
Il rapporto individuava una serie di distretti agricoli dal nord al sud e quantificava tra 400 e 430 mila le persone soggette a sfruttamento, italiani e stranieri.
Fonti:
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10556
http://www.ilpost.it/2016/10/19/cosa-dice-la-nuova-legge-contro-il-caporalato/