I Brics si allargano. È forse arrivata la fine del dollaro? (aggiornato)

Mentre sei nuovi Paesi entrano nel processo di adesione all'associazione che tiene il suo vertice annuale a  a Johannesburg, il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva propone l’uso di una moneta comune per gli scambi commerciali tra i membri

Nell’ambito di una nuova fase di evoluzione dei Brics Arabia saudita, Iran,  Argentina, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti diventeranno  membri a pieno titolo dell’associazione i Brics nel gennaio 2024. E’ stato reso noto al vertice che si chiude oggi  in Sudafrica alla presenza di 50 Paesi. Più di 40 nazioni hanno espresso interesse ad aderire al gruppo e 23 hanno già presentato domanda formale per entrare nel club che già rappresentava un quarto dell’economia del Pianeta e il 40% della popolazione mondiale. Di seguito una riflessione sulla sfida più grande: una moneta che controbilanci lo strapotere del dollaro e dell’euro

di Marco Grisenti

Ad essere onesti, la de-dollarizzazione non è un fenomeno nuovo, ma un processo in atto da almeno 25 anni, come dimostrato dalla composizione delle riserve in valute estere detenute dalle banche centrali mondiali, dove il dollaro è in discesa perpetua dal 72% del 1999 fino all’attuale 59%. L’euro viaggia al 21% circa, dopo aver raggiunto il 29% nel 2010, poi crollato con la crisi dei debiti sovrani europei, lo Yen giapponese al 6% e la sterlina al 5%. Quindi, ciò significa che sta avvenendo un processo di sovvertimento del ruolo egemonico del dollaro nelle transazioni commerciali internazionali? Si sta forse affermando una nuova moneta spinta dai paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica aggiuntosi recentemente) in grado di sostituirsi al dollaro nella fiducia degli operatori sui mercati internazionali?

Ad oggi la risposta è no. Ma ci sono sviluppi interessanti da tenere in considerazione. Per cominciare, con de-dollarizzazione ci si riferisce alla perdita di supremazia del dollaro statunitense negli scambi commerciali. Questo scenario parte dalla semplice assunzione che un mondo senza il bigliettone verde é possibile, sulla carta ovviamente. Come sappiamo, la realà è diversa. L’attuale sistema monetario internazionale incentrato sul dollaroè figlio dell’esito della Seconda Guerra Mondiale e degli accordi di Bretton Woods il cui obiettivo era quello di ricostruire il tessuto di scambi internazionali. Ancora ad oggi, la predominanza del dollaro é imparagonabile a quella di qualsiasi altra valuta, e questo perché la scelta nell’utilizzo di una moneta si riconduce alla fiducia che le persone nutrono in questo strumento.

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Nella foto in copertina, il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva © Isaac Fontana/Shutterstock.com

Aggiornato alle 15.50 di oggi ora italiana 

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