Mosca vs Kiev. Giorno 562: il punto

La Nato spazza via i dubbi sull'offensiva contro i russi: "gli ucraini stanno superando le aspettative un'altra volta e il nostro dovere è sostenerli"

di Raffaele Crocco

Allora, sono 100 metri al giorno. Lo dice Stoltemberg, il segretario generale della Nato, diventato il barometro di questa guerra che dura da 562 giorni. Lo ha detto con enfasi alla commissione Afet del Parlamento Europeo, a Bruxelles, spiegando i progressi dell’offensiva ucraina contro gli invasori russi. “Kiev sta guadagnando terreno, circa 100 metri al giorno – ha detto – L’esercito russo era il secondo più forte nel mondo e ora è il secondo più forte in Ucraina: la realtà è che gli ucraini stanno superando le aspettative un’altra volta e il nostro dovere è sostenerli”.

Parole che sembrano voler spazzar via le incertezze che iniziano ad affiorare fra alcuni alleati, convinti che nonostante le forniture di armi gli ucraini non siano in grado di vincere la guerra. Stoltenberg è convinto che si debba andare a avanti così. “Nessuno – continua – ha mai detto che la controffensiva ucraina sarebbe stata facile. I russi hanno preparato linee difensive, con trincee, con ostacoli per i carri armati, denti di drago e mine, enormi quantità di mine”. Le ragioni del lento avanzare ucraino sono queste, ha detto e ora è importante “continuare con questo supporto, perché i combattimenti sono pesanti, difficili”.

La cosa che emerge, al di là di tutto, è che la soluzione al conflitto è ancora affidata alle armi. E le armi si fanno sentire. Uccidono. Le statistiche parlano di ormai 500mila caduti – di entrambe le parti fra morti e feriti, militari e civili – dall’inizio della carneficina. Un elenco di morte che si aggiorna costantemente. In questa settimana i morti fra i civili sono stati molti. Almeno 19 persone sono state uccise e altre 48 sono rimaste ferite negli attacchi russi nel Dnipropetrovsk, Sumy, Lugansk, Mykolaiv, Chernihiv, Zaporizhzhia, Donetsk, Kherson, Odessa e Kharkiv. Nella città di Kostiantynivka, nel Donetsk, è stato colpito un mercato: 17 i morti e decine i feriti.

Una strage, quindi. E mentre si muore, continuano i giochi della politica e della propaganda. Il tema della corruzione ha tenuto banco, in questa ultima settimana, su entrambi i fronti. E, ovviamente, tutto è diventato utile per sbertucciare il nemico. Il primo attacco è partito da Mosca, dal gabinetto del ministero degli Esteri. La portavoce, Maria Zakharova, ha parlato del cambio avvenuto nel governo di Kiev, con il nuovo ministro della Difesa, Rustem Umerov. L’uomo è stato nominato nonostante sia coinvolto in un’inchiesta per un caso di corruzione.  Il 25 agosto di quest’anno, infatti, l’Alta Corte anticorruzione (Hacc) dell’Ucraina ha ordinato all’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu) di avviare un procedimento penale contro Umerov per aver abusato dei suoi poteri ufficiali quando era a capo della Corte Fondo del Demanio. Zakharova non risparmia la battuta e la scrive su Telegram: “Cioè, Zelensky ha licenziato un ministro della Difesa a causa della corruzione, senza avviare alcuna indagine e ne ha nominato un altro contro il quale è in corso un’indagine anti-corruzione?!”.

Domanda interessante, bilanciata dalla notizia che due generali russi, tra cui il comandante della difesa aerea e missilistica di Mosca, sono stati arrestati con l’accusa di corruzione. Si tratta di Kostantin Ogienko, responsabile della difesa aerea di Mosca fino al luglio del 2023 e di Dmitry Belyatsky, comandante della 4/a Divisione della difesa aerea. Secondo gli inquirenti, avrebbe organizzato per conto di Ogienko l’incasso di una tangente per l’assegnazione di terre appartenenti alla difesa al capo di un’organizzazione civile. Per l’accusa, Ogienko alla fine di giungo del 2023 avrebbe ricevuto un acconto di 500.000 rubli, cioè circa 5.000 euro, su una tangente concordata di 30 milioni di rubli. L’accusa l’avrebbe mossa lo stesso Byalyatsky, dopo essersi dichiarato colpevole e aver raggiunto un accordo con la Procura. Ogienko, invece, respinge le accuse. Il Cremlino, da parte sua, per ora tace.

Una parziale buona notizia arriva sul versante delle esportazioni di grano. Kiev ha annunciato di avere iniziato ad esportare attraverso i porti croati. A spiegare come funziona questo canale è stata la ministra dell’Economia ucraina, Yulia Svyridenko. Ha raccontato di avere avuto un lungo colloquio sulle possibilità di export di grano con il premier croato, Andriy Plenkovich, durante un incontro bilaterale al vertice dell’iniziativa dei Tre Mari a Bucarest. C’erano dei precedenti. “Il grano ucraino – ha detto la ministra – è già stato esportato attraverso i porti croati. Sebbene questa rotta commerciale sia di nicchia, è già popolare e pensiamo possa svolgere un ruolo importante nel commercio bilaterale tra i nostri Paesi anche dopo la guerra”.

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