Dal nostro inviato Emanuele Giordana
Vientiane – Un uomo di 39 anni è la prima vittima del coronavirus che muore a Hong Kong e la seconda fuori dalla Cina, benché il territorio della colonia ne faccia formalmente parte. Lo scrive stamattina il South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong spiegando che il paziente era in cura per il virus al Princess Margaret Hospital di Kwai Chung: è morto oggi dopo che le sue condizioni sono peggiorate. Avrebbe avuto un’insufficienza cardiaca improvvisa e mortale. Residente del Whampoa Garden era stato precedentemente identificato come il 13° caso confermato di Hong Kong del nuovo coronavirus originario di Wuhan. I casi a Hong Kong sono attualmente 17.
Il primo morto fuori dai confini cinese è invece da ascrivere alle Filippine: uno dei pochi Paesi ancora apparentemente esenti dal virus è così diventato l’epicentro dei timori che salgono giorno dopo giorno nel “cortile di casa” del Celeste Impero. Un cinese di 44 anni originario del Wuhan – ammalatosi con la compagna – è morto sabato scorso all’ospedale San Lazaro di Manila. Era il primo caso nelle Filippine di 2019-nCoV ma anche la prima vittima fuori dai confini cinesi. Ne sono seguiti episodio di sinofobia e la chiusura dei voli con la Rpc, Hong Kong e Macao. Stessa politica adottata da quasi tutti i Paesi dell’area, dove ci sia o meno contagio.
Il Vietnam ha denunciato già due giorni fa la prima contagiata non cinese confermata a Nha Trang, una delle mete preferite dal turismo cinese e russo. In Laos il Laboratorio nazionale di epidemiologia fa invece sapere che solo due sono risultati positivi al test ma per ora non sono denunciati come malati. Situazione simile anche in Myanmar e Indonesia, per ora con zero casi. Ma anche loro, come il Vietnam, hanno chiuso il traffico aereo con la Cina.
La scheda è tratta da https://thewuhanvirus.com/