Kashmir/India, la logica della guerra

Un'autobomba uccide oltre 40 paramilitari nella regione contesa. A Delhi intanto il contratto per l'acquisto di caccia francesi mette in difficoltà il governo Modi

E’ ancora la logica della violenza e della guerra a prevalere nella regione del Kashmir contesa tra India e Pakistan. Mentre a Delhi continua la polemica su un altro aspetto che riguarda le scelte militari: l’acquisto dei caccia francesi Rafele.  In Kashmir, almeno 42 agenti delle forze di sicurezza indiane sono stati uccisi ieri in un attacco suicida nella parte meridionale della regione amministrata da Delhi. Si tratta, ricordano le agenzie internazionali, del peggior attacco di questo tipo negli ultimi due decenni di conflitto. L’aggressore ha speronato la sua auto carica di esplosivo con un autobus che trasportava soldati paramilitari nel villaggio di Lethpora vicino ad Awantipora lungo un’autostrada nel distretto di Pulwama. Si tratta di un’autostrada nazionale che collega la principale città del Kashmir – Srinagar (dall’alto nella foto di copertina) – con le parti meridionali della regione.

Narendra Modi: aspettando le elezioni

La logica delle armi sta intanto creando sempre più problemi al  governo del premier indiano Narendra Modi. L’accordo di acquisto dei caccia francesi Rafale (Dassault Aviation) nel 2016 sta iniziando a causare problemi al premier che i suoi detrattori accusano di corruzione. L’agenzia tedesca Deutsche Welle ha riassunto i nodi dell’accordo – che grava sulla campagna per le prossime legislative tra aprile e maggio del 2019 – e che riassumiamo qui.

Nel 2007 il governo indiano di Manmohan Singh (Partito del Congresso) ha preparato un bando per 126 aerei da combattimento e cinque anni dopo l’offerta è stata vinta dalla francese Dassault Aviation, che offriva i prezzi più bassi. L’accordo iniziale prevedeva che 18 aerei sarebbero stati importati in India per uso immediato. I restanti sarebbero stati fabbricati in India insieme alla compagnia indiana statale Hindustan Aeronautics Limited (HAL). All’epoca però, non c’era una decisione definitiva sul prezzo dell’aeromobile.

Nel gennaio 2016, il nuovo premier Modi e il presidente francese Francois Hollande firmano un memorandum d’intesa sull’acquisto del caccia Rafale. L’India si impegna ad acquistare subito 36 jet (consegna settembre 2018) a un costo di 7,8 miliardi di euro. Condizione aggiuntiva dell’accordo era che la Francia avrebbe dovuto investire il 20% della somma per la produzione di parti dell’aeromobile in India e che il 30% sarebbe stato utilizzato per promuovere la ricerca e sviluppo.

Rafale Dassault. Quanto è costato?

Alla fine del 2016, il businessman indiano Anil Ambani annuncia una joint venture della sua società, Reliance Defense, con Dassault Aviation. Poi iniziano i problemi: Deutsche Welle ricorda che originano da una dichiarazione di Hollande nella quale il presidente dice che il governo non ha voce in capitolo nella scelta del partner di produzione di Dassault in India e che Reliance è stata scelta da Delhi. Ma Dassault Aviation conferma che la scelta è avvenuta per loro stessa volontà. Il partito del Congresso all’opposizione accusa allora l’esecutivo di Modi di aver ingiustamente aggiudicato il contratto alla Reliance, anziché alla società aeronautica statale HAL. Avrebbe – dicono – pagato tre volte l’importo inizialmente concordato.

La Corte Suprema indiana però dichiara nel dicembre 2018 di non aver trovato motivi validi per inficiare l’accordo con Dassault Aviation. Il 13 febbraio 2019 infine, un rapporto del Controllore e Revisore Generale, Rajiv Mehrishi, sostiene che il governo indiano con Modi ha anzi pagato il 2,8 per cento in meno dell’importo concordato dal precedente governo del Congresso.

Ma in realtà la relazione che è stata presentata nella camera alta del parlamento indiano non include l’aspetto prezzi. E ci quindi sono due forti elementi di dubbio: il ministero della Difesa indiano ha infatti dichiarato che i dati relativi ai prezzi sono riservati e infine il rapporto può essere percepito come parziale: Mehrishi era il segretario finanziario del governo federale – e quindi un negoziatore – quando l’accordo è stato firmato nel 2016.

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