La guerra ucraina si avvicina a 500 giorni. Il punto

Qualunque cosa accada a Kiev o a Mosca - mediazioni o golpe che siano - il conflitto uccide sempre e comunque. Muoiono ancora i civili, uccisi da bombe che non fanno differenze

di Raffaele Crocco

Politica, diplomazia, golpe e insurrezioni: la realtà è che in Ucraina si muore sempre e comunque. Muoiono ancora i civili, uccisi da bombe che non fanno differenze. Lo sanno bene a Kramatorsk, nel Sud Est dell’Ucraina. Il ristorante Ria Pizza, molto conosciuto, punto di riferimento per i giornalisti di tutto il Mondo, è stato colpito da un missile. Era pieno di clienti. Ne sono morti 11, al momento e tanti, troppi, sono rimasti feriti. Fra loro, la scrittrice ucraina Victoria Amelina. E’ molto grave. Stava cenando con Hector Abad Faciolince, scrittore, saggista, giornalista colombiano, con l’ex alto commissario per la Pace in Colombia, Sergio Jaramillo e con la giornalista colombiana Catalina Gomez. Loro sono tutti feriti lievemente.

Un episodio, è chiaro: si tratta solo di un piccolo, drammatico episodio in questa fase della guerra, iniziata 491 giorni fa con l’invasione russa dell’Ucraina. Ogni giorno, ormai, sembra aggiungere all’orrore una inestricabile confusione. Le notizie attorno al bizzarro e apparentemente fallito colpo di mano del capo della milizia privata Wagner, Prigozhin, la scorsa settimana, si inseguono e rincorrono, lasciando fitta la coltre del dubbio su quanto davvero accaduto.Un episodio, è chiaro: si tratta solo di un piccolo, drammatico episodio in questa fase della guerra, iniziata 491 giorni fa con l’invasione russa dell’Ucraina. Ogni giorno, ormai, sembra aggiungere all’orrore una inestricabile confusione. Le notizie attorno al bizzarro e apparentemente fallito colpo di mano del capo della
milizia privata Wagner, Prigozhin, la scorsa settimana, si inseguono e rincorrono, lasciando fitta la coltre del dubbio su quanto davvero accaduto. Lui, Prigozhin, è in Bielorussia, come annunciato e i suoi uomini più o meno dispersi. Pare certo che la Wagner smetterà di essere una forza combattente, almeno in Ucraina. A cadere, ora,
sono altre teste.

A finire in manette è stato uno dei generali più amati sino a qualche tempo fa, Sergei Surovikin. Per il New York Times, era al corrente delle intenzioni di Yevgeny Prigozhin, anche se non è certo vi fosse coinvolto. Contemporaneamente, un’inchiesta pubblicata dal sito “Dossier Center” dell’oligarca Mikhail Khodorkovsky, nemico di Putin, attacca il generale. Secondo Khodorkovsky, dal 2017 Surovikin sarebbe, come altri 30 generali, membro onorario della Wagner. Gli sarebbe stato assegnato un badge personale con il numero M-3744. Il generale, d’altro canto, ha combattuto per anni, in Siria, a fianco degli uomini della Wagner. Per quel che si sa, sarebbe scomparso da sabato, giorno dell’ammutinamento. Sarebbe stato interrogato in una qualche sconosciuta prigione.

Intanto, al fronte si combatte. L’offensiva di Kiev, che Zelensky dice ancora non “pienamente dispiegata”, prosegue a piccoli balzi. Piccoli successi, secondo il comando ucraino, ci sono stati a Sud, con i russi che avrebbero perso uomini e mezzi di tre compagnie. Risultati piccoli, che fanno crescere – in apparenza – la consapevolezza degli alleati dell’Ucraina circa la scarsa probabilità di una vittoria militare di Kyev.

La conferma pare venire dal Segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, che lasciati i toni trionfalistici e ottimisti di qualche mese fa, ora dice che “il conflitto in corso fra Russia e Ucraina finirà grazie ai negoziati e alla diplomazia”. Una tesi che fa innervosire Zelensky, ma che Blinken ribadisce sostenendo che con gli alleati “abbiamo tutti messo in chiaro che questa situazione dovrà risolversi attraverso la diplomazia, attraverso dei negoziati. L’ostacolo principale al momento è la convinzione del Presidente Putin di poter in qualche modo resistere più a lungo dell’Ucraina e del resto degli alleati: non succederà”. Per questo, cioè con l’obiettivo di indebolire Putin, non della vittoria militare, “la Nato rimarrà impegnata a sostenere l’Ucraina a breve e lungo termine e a rafforzare le capacità militari di Kiev in modo da scoraggiare qualunque ripetizione dell’invasione. Non appena Putin sarà pienamente consapevole di questa realtà, si apriranno degli spazi per un serio negoziato”.

Parole che accompagnano la nuova azione diplomatica messa in pista dal Vaticano, con la visita a Mosca del cardinale Marco Zuppi, inviato del Papa. E’ stato ricevuto dal consigliere per gli affari esteri di Putin, Yuri Ushakov. In una nota, il Cremlino ha fatto sapere di apprezzare “gli sforzi e le iniziative del Vaticano” e accoglie con favore “l’aspirazione del Papa a contribuire alla fine del conflitto armato”. Intanto, si continua a combattere.

 

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