Francesco Strazzari è un docente della Scuola Sant’Anna di Pisa che in questi mesi non ha ceduto, nelle sue analisi, alla tentazione di spiegarci tutto riducendo la complessità della crisi ucraina in una macchietta apodittica che si esaurisce in qualche battuta. Inoltre è tra quegli accademici che oltre a studiare i conflitti si preoccupa di osservare anche le forze che vi si oppongono. In questi giorni è uscito per Il Mulino un suo saggio (Frontiera Ucraina. Guerra, geopolitiche e ordine internazionale, qui una presentazione dell’autore) che affronta una riflessione sui meccanismi di ridefinizione violenta dei confini, le sfere di interesse e influenza, i retaggi postcoloniali e imperiali. Secondo Strazzari il conflitto ucraino segna in profondità non solo le dinamiche regionali, ma anche le relazioni internazionali analizzando gli effetti di questa ennesima guerra per modificare le frontiere. “In un quadro internazionale segnato da crescente competizione geostrategica, che sembra relegare la pace a tema latente, Frontiera Ucraina – scrive la nota di presentazione de Il Mulino – esplora criticamente la genealogia e i profili di escalation di un conflitto nel quale l’invasore è un regime-potenza nucleare che, avendo sbagliato i calcoli, ritiene di poter esistere solo se mostra determinazione nell’assumersi grandi rischi”.
“Memorie di guerra” di Nikolaj Nikulin (Edizioni Guerini, prefazione di Irina Ščerbakova) è invece il sesto volume della collana “Narrare la Memoria” pubblicata dalle Edizioni Guerini in collaborazione con l’Associazione Memorial Italia. Si tratta delle memorie del soldato diciottenne Nikolaj nella Leningrado della Seconda Guerra Mondiale: resoconto crudo non soltanto della vita al fronte, dove gli uomini si imbarbariscono, perdono i propri capisaldi morali e rischiano di trasformarsi in bestie, ma anche degli effetti devastanti che la guerra ha, anche dopo anni, su coloro che l’hanno vissuta. La testimonianza di Nikulin, che l’autore stesso definisce la confessione di un ragazzo spaventato, rivela uno sguardo crudo sulla realtà che permette alle sue memorie di rompere il muro di menzogne della propaganda riguardo alla guerra. Pur temendone le conseguenze, sentirà dunque la necessità di trasferire su carta questi ricordi che cercano di ricostruire quanto più possibile una memoria onesta degli avvenimenti bellici. Leggere oggi le pagine di Nikulin, tragicamente attuali, non può che convincerci di quanto la guerra, in ogni sua forma, sia un’assurda follia.
In copertina: Mural of War (1896), by Gari Melchers (Library of Congress Thomas Jefferson Building, Washington)