Mosca liquida “Memorial”

La Corte Suprema russa ha ordinato la chiusura del più antico gruppo russo di difesa dei diritti umani

La Corte Suprema russa ha ordinato la chiusura del più antico gruppo russo di difesa dei diritti umani che ha lavorato sulla memoria di innocenti giustiziati, imprigionati o perseguitati nell’era sovietica. Formalmente è stata “liquidata” per non aver contrassegnato un certo numero di post sui social media con il suo status ufficiale di “agente estero”, designazione  attribuita nel 2016 per ricevere finanziamenti dall’estero. Di seguito pubblichiamo integralmente il testo diffuso da “Memorial Italia” 

Il  28 dicembre 2021, è stata decretata la liquidazione forzata di Memorial Internazionale, richiesta in data 11 novembre 2021 dalla Corte Suprema della Federazione Russia a causa di presunte violazioni della “legge sugli agenti stranieri”. La chiusura di Memorial Internazionale è un evento di inaudita gravità: la Russia perde un’associazione storica, un centro di ricerca di livello internazionale e uno dei punti di riferimento della società civile russa. Le sue numerose attività le sono valse diversi riconoscimenti, tra cui il Right Livelihood Award 2004, il Premio Sacharov 2009 e il Premio Freedom of Expression 2012, oltre alla candidatura al Premio Nobel per la Pace 2015.

Fondata da alcune personalità di spicco del movimento dissidente sovietico, tra cui il Premio Nobel per la pace 1975 Andrej Sacharov, Memorial si è prefissata sin dalla sua nascita di preservare la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e di monitorare il rispetto dei diritti civili dapprima nello stato sovietico, e poi nello spazio postsovietico dopo il collasso dell’URSS. Negli anni Memorial è diventato un centro di ricerca fondamentale per lo studio delle repressioni sovietiche, ma anche un’associazione attenta agli sviluppi della neonata democrazia russa. La creazione di un centro di monitoraggio per i diritti umani ha segnato un passaggio fondamentale, oltre a provocare un cambiamento di atteggiamento nei confronti di Memorial da parte del potere russo.

A partire dagli anni Novanta, e con maggiore vigore dopo l’avvento al potere del presidente Vladimir Putin, Memorial si è trovata al centro di pressioni sempre maggiori, che hanno portato anche all’uccisione di alcuni suoi collaboratori impegnati nel lavoro di salvaguardia dei diritti umani in Cecenia e altrove. A partire dal 2012 l’introduzione della legge sugli agenti stranieri in Russia ha segnato un ulteriore momento di svolta: Memorial si è opposto a questa legge, mirata a soffocare la società civile sottoponendola a una doppia pressione, istituzionale e pubblica. Diverse sezioni di Memorial sono state colpite dal provvedimento a partire dal 2014, mentre la stessa Memorial Internazionale – ente giuridico che coordina tutte le attività e sezioni di Memorial in Russia e all’estero – è stata iscritta nel registro degli agenti stranieri nel 2016. Da allora, Memorial Internazionale è stata costretta a pagare numerose multe e a subire diverse intimidazioni, l’ultima delle quali lo scorso 15 ottobre 2021, quando sconosciuti a volto coperto hanno fatto irruzione nella sede moscovita dell’associazione durante la proiezione del film della regista polacca Agnieszka Holland L’ombra di Stalin.

A margine di tutto ciò, si registrano negli ultimi anni altri tipi di attacchi, questa volta giudiziari, come quelli contro Ojub Titiev (direttore di Memorial Grozny, incarcerato per possesso di droga) e Jurij Dmitriev (direttore di Memorial Carelia, accusato di pedopornografia). I casi sono basati su accuse palesemente false, e se Titiev è stato rilasciato, Dmitriev, oggi 65enne, è stato condannato ieri, 27 Dicembre 2021, a 15 anni di reclusione da scontare in una colonia penale. È atteso per domani, 29 Dicembre 2021, il verdetto riguardante il centro per i diritti umani, che fornisce assistenza legale e materiale a centinaia di prigionieri politici, accusato da un tribunale cittadino di Mosca in un processo parallelo di sostenere idee terroristiche per il semplice fatto di annoverare nelle proprie liste di prigionieri politici attualmente detenuti in Russia esponenti accusati di essere appartenenti ad organizzazioni terroristiche, e nonostante Memorial abbia sempre dichiarato di non sostenere in alcun modo le organizzazioni di cui fanno parte i prigionieri politici.

Memorial Italia – associazione italiana ispirata ai valori di Memorial Internazionale e che ne persegue le attività sul suolo e per il pubblico italiani – esprime la viva condanna di questa ondata repressiva nei confronti di Memorial e dei suoi attivisti. In virtù dell’esasperazione del clima nei confronti di Memorial e di altri attivisti, Memorial Italia ha chiesto in data odierna al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana On. Luigi Di Maio un incontro urgente per discutere della situazione e per sollecitare un intervento, attraverso i propri canali ufficiali e il proprio corpo diplomatico, da parte dell’Italia a difesa di Memorial Internazionale. L’Italia ad oggi è tra i pochi paesi a non aver presentato le proprie rimostranze a Mosca, né ad aver espresso alcuna dichiarazione di sostegno istituzionale a Memorial Internazionale.

La liquidazione forzata di Memorial Internazionale mette anche a repentaglio i numerosi archivi dell’associazione, a Mosca e altrove, che contengono documenti rarissimi sulle repressioni sovietiche e centinaia di oggetti materiali appartenuti alle vittime del Gulag, comprese le più di mille vittime italiane, le cui vicende sono state documentate da Memorial Italia. Memorial Italia continuerà a lavorare con i propri colleghi russi e a portare avanti i temi e le istanze di Memorial Internazionale tramite le proprie attività e pubblicazioni.

Vai allo statuto di Memorial

In copertina una statua dedicata ad Andrey Sakharov: ebbe la presidenza onoraria di Memorial e ne è in gran parte il simbolo

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