Nel Sahel è emergenza umanitaria

Oltre 29milioni di persone in sei Paesi della Regione necessitano di urgente aiuto per far fronte all'aumento della fame e a un contesto di insicurezza “senza precedenti”. L'allarme di Unhcr e due ong

Oltre 29milioni di persone in sei Paesi della regione del Sahel necessitano di urgente aiuto umanitario per far fronte all’aumento della fame e un contesto di insicurezza “senza precedenti”. Il grido di allarme è arrivato dall’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) e da due ong, il Norwegian Refugee Council e International Plan. In un documento pubblicato il 27 aprile si riporta infatti che gli attacchi e le violenze di gruppi armati attivi nella zona hanno costretto a fuggire più di 5milioni di persone.

L’area più coinvolta comprende Mali, Niger, Burkina Faso, Ciad, le Regioni Nord Est della Nigeria e il Nord del Camerun. Dei 29milioni di persone che hanno bisogno di aiuto umanitario, almeno 1,6milioni sono bambini che si trovano in una condizione di malnutrizione grave. Secondo il coordinatore dell’Unhcr nel Sahel, Xavier Creach, il conflitto nella regione “si sta espandendo” con un sempre maggior numero di civili che si trova a far fronte con “attacchi mortali, violenza di genere, estorsioni e intimidazioni, che li spingono alla fuga e in alcuni casi anche più volte”. Sono infatti come sempre i civili a pagarne il prezzo più alto, dovendo affrontare un numero crescente di attacchi mortali, di episodi di violenza di genere, di estorsione o di intimidazione, e sono costretti a fuggire.

“Abbiamo visto la fame aumentare di quasi un terzo in Africa occidentale – ai livelli più alti nella parte migliore di un decennio”, ha affermato Chris Nikoi, direttore regionale del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Ha aggiunto poi che l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari legata alla violenza sta guidando la fame e la malnutrizione.

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Nell’area, popolata da circa 100milioni di persone, sono attivi decine di gruppi armati, per la maggiorparte di ispirazione jihadista, tuttavia secondo i dati dell’Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled), le forze di sicurezza hanno causato più vittime civili in Mali e Burkina Faso nel 2020 rispetto a quante ne abbiano fatte i gruppi islamisti nella regione del Sahel. Anche gli estremisti sono responsabili di numerosi attacchi mortali. Nei primi mesi del 2021, oltre 300 persone sono morte in una serie di assalti nel Niger occidentale.

Il Niger è uno dei paesi più poveri del mondo e ha visto negli ultimi anni un aumento esponenziale degli attacchi transfrontalieri con gruppi armati non statali contro le forze armate e i leader delle comunità. Il Paese ospitava nel novembre 2020 230mila rifugiati e 300mila sfollati.

Anche il Burkina Faso ha registrato un aumento senza precedenti della violenza e dei bisogni umanitari dall’inizio del 2019. Il numero di sfollati interni nel paese è aumentato rapidamente mentre il governo tenta di contenere le incursioni e gli attacchi di gruppi armati non statali, senza successo. Nel gennaio 2020 si contavano circa 640mila sfollati interni. Al 31 dicembre 2020, si stimava che ci fossero più di 1.075.000 sfollati interni nel paese e 20.000 rifugiati.

Il Burkina Faso si trova a vivere in un’insicurezza lampante che coinvolge anche chi si occupa di raccontare e informare su ciò che avviene nel Paese. Il 27 aprile sono stati ritrovati i corpi del giornalista David Beriáin (nella foto) e il cameraman Roberto Fraile, entrambi spagnoli, e l’irlandese Rory Young, cofondatore e presidente di un’associazione anti-bracconaggio. I giornalisti e l’attivista si trovavano a bordo del convoglio anti-bracconaggio. A riferire la morte dei due cittadini spagnoli la ministra degli Esteri di Madrid, Arancha González. Manca la conferma ufficiale del Paese africano, ma secondo quanto scrive El Pais diverse fonti locali hanno confermato alle agenzie Reuters e Afp la morte dei due reporter. E anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha espresso il suo cordoglio alle famiglie delle vittime. Ancora incerta al momento l’identità dei rapitori, ha specificato il governo del Burkina Faso, anche se senza dubbio si tratta di “terroristi” e si esclude possa trattarsi di bracconieri che “difficilmente avrebbero attaccato una scorta armata”.

di Red/Al.Pi.

*In copertina foto di MAMADOU TRAORE da Pixabay

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