di Andrea Tomasi
Nel maggio scorso il presidente degli Stati Uniti ha visitato Hiroshima, la città giapponese che, 71 anni, fa fu devastata dall’ordigno nucleare sganciato dagli americani. Il premio Nobel per la Pace non ha chiesto scusa al Paese. Ed è tornato a parlare del piano di disarmo nucleare.Un mese prima, in Italia, si era parlato di un «progetto di riarmo da 8 miliardi di dollari». «Così – scriveva il quotidiano
Libero – Washington reagisce all’aggressività della Corea del Nord. Ma non solo. Nel mirino statunitense ci sono anche, e forse soprattutto, Pechino e Mosca che, in violazione degli accordi internazionali di disarmo, stanno progettando e costruendo nuovi ordigni nucleari». Secondo il giornale di Angelucci, Usa e Cina stanno progettando di montare armi «più piccole e meno letali» su un prototipo di missile-aliante. «La Marina russa, invece, rivelano i media russi, punta su dei droni-sottomarini in grado di rilasciare una nube radioattiva attraverso un’esplosione sott’acqua che, se diretta verso una città, sarebbe devastante». Insomma, mentre si ricordiano i danni prodotti dalla bomba atomica sganciata su Hiroshima e mentre si cerca di non dimenticare gli effetti prodotti dalla nube tossica sprigionatasi nel 1986 dalla centrale nucleare di Chernobyl, esperti e meno esperti discutono della «nuova generazione di prodotti bellici, protagonisti di una nuova guerra fredda.Si tratterebbe di una «generazione di armi a limitato potenziale distruttivo». «Questa volta – si legge – non varrebbe più il principio Mad (Mutua assicurata distruzione). A dare dettagli in merito a questa «svolta» nel «settore missilistico» era stato il New York Times: notizia ripresa dal Corriere della Sera, ripresa da Libero. La notizia arriva dal
New York Times, ripresa in Italia dal Corriere della Sera. «Durante il Summit sulla Sicurezza nucleare tenuto a Washington all’inizio di aprile con la Cina (e a cui la Russia non ha volutamente partecipato), il presidente statunitense Barack Obama ha riconosciuto che la realizzazione di armi più moderne ed efficaci contribuisce ad aumentare il pericolo reale di scivolare verso una seconda era nucleare». Pechino «sta sviluppando un prototipo di aliante ipersonico programmato per planare verso l’obiettivo variando rotta ad altissima velocità (…) scendendo a bassa quota per eludere i radar e diventando imprendibile da parte degli ombrelli antimissile». Lo stesso aliante è in fase di sviluppo anche negli Usa: «Può raggiungere una velocità di 17 mila miglia orarie». La Russia sta promuovendo altri due progetti: il Pak-Da – velivolo dotato di nuovi missili – e l’evoluzione del bombardiere T160. Secondo il New York Times Russia e Cina stanno testando armi spaziali in grado di mettere fuori gioco i satelliti militari americani, mentre «gli Usa hanno lanciato in orbita un satellite di osservazione allo scopo di individuare e aiutare a neutralizzare gli eventuali attacchi dallo spazio di Russia e Cina».