di Andrea Tomasi
Ci sono settori che economicamente «tirano» sempre. Uno è quello delle pompe funebri. E uno, a quanto pare, è quello delle bombe (e affini). Il mercato mondiale degli armamenti – si legge su
askanews – ha registrato nello scorso anno un record e, a trainarlo, sono stati soprattutto gli acquisti nella regione dell’Asia-Pacifico, dove si stanno accumulando tensioni legate alla sempre più decisa azione della Cina.
Secondo un rapporto di IHS Jane’s (Jane’s Information Group, casa editrice britannica specializzata in argomenti relativi al trasporto ed al mondo militare), l’incremento è stato dell’11,3 per cento su base annua, per un valore complessivo di 58 miliardi di euro. Dal 2009 ad oggi le importazioni di armi provenienti dalla regione Asia-Pacifico sarebbero aumentate del 71%. Su scala mondiale, l’incremento tra il 2014 e il 2015 è stato di 6 miliardi di dollari.
Ben Moores, analista di Jane’s, dice che «il mercato mondiale della difesa non ha mai conosciuto un progresso così importante come quello che registriamo tra il 2014 e il 2015 (…) Il 2015 è stato un anno record». Le armi si vendono, sempre di più. A trainare questa crescita sarebbero stati Paesi come Vietnam e Filippine: shopping di missili, bombe ed artiglieria considerato necessario per far fronte al montante potere di Pechino nel Mar cinese meridionale. Importanti gli acquisti anche del Bangladesh: «Ha aumentato i suoi acquisti anche la Corea del Sud, che deve affrontare la minaccia nordcoreana: è salita dal settimo al quinto posto tra gli importatori nel 2015 con 2,2 miliardi di euro di acquisti. L’Arabia saudita resta il primo importatore di armi al mondo, mentre l’India è il secondo».
Tra gli esportatori Stati Uniti e Russia restano in vetta alla “special classifica”. La Germania – si legge – è al terzo posto con 4,8 miliardi di dollari di export. La Francia è al quarto posto, la Gran Bretagna è quinta. L’Italia è al settimo posto, ma con potenziale di crescita, soprattutto per gli ottimi rapporti con le Filippine. «Nuovi affari in Asia per AgustaWestland, la società produttrice di elicotteri del gruppo Finmeccanica – scrive Antonio Mazzeo su
Antimafia Duemila – . La marina militare delle Filippine ha ufficializzato l’acquisto di tre velivoli leggeri lanciamissili AW109 “Power” nell’ambito del programma straordinario di rafforzamento delle forze armate per far fronte alla recente crisi politico-militare con la Cina. Per i tre velivoli e il relativo supporto logistico fornito da AgustaWestland il governo di Manila spenderà non meno di 33,6 milioni di dollari». L’acquisto dei velivoli navali viene descritto come un passo avanti per la «modernizzazione della marina militare filippina». A dirlo è il segretario alla difesa Voltaire Gazmin: «Grazie ai nuovi programmi militari, potremo dimostrare la nostra volontà ad assicurare la sovranità dello Stato e l’integrità del territorio nazionale».