Buenos Aires: la casa degli orrori é patrimonio Unesco

L’Esma - Escuela superior de mecanica de la Armada -  è il simbolo della dittatura militare argentina. Il commento di Daniel Rabanal

di Maurizio Sacchi

L’edificio della Scuola superiore di meccanica della Marina, a Buenos Aires, è stato inserito nella lista dei siti del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Lo ha annunciato il 21 settembre la Convenzione del Patrimonio Mondiale dell’organizzazione riunita  in Arabia Saudita. L’Esma – Escuela superior de mecanica de la Armada –  è il simbolo del  periodo tragico della dittatura militare argentina, che ha lasciato circa 30.000 persone uccise o fatte sparire (i tristemente famosi desaparecidos). Di queste, circa 5.000 sono entrate nell’Esma. Pochissime ne sono uscite. Qui i prigionieri venivano torturati, picchiati, violentati, tenuti in catene per mesi e mesi, incappucciati., nella speranza che denunciassero altre persone sospettate di essere “sovversivi”.

Alle detenute incinte venivano presi i bambini per consegnarli a famiglie legate alla dittatura. Molti ancora oggi non conoscono la loro vera identità. Ogni settimana, generalmente il mercoledì, i detenuti venivano radunati per i cosiddetti voli della morte, durante i quali i prigionieri venivano gettati dagli aerei sopra il Rio de la Plata, vivi o morti.

“Il peggio del terrorismo di Stato dell’ultima dittatura militare in Argentina è stato espresso lì”, ha detto il Presidente Alberto Fernandez dopo l’annuncio dtell’Unesco. L’Esma  è ora uno “Spazio per la Memoria e per la Promozione e la Difesa dei Diritti Umani”.  Dalle pareti guardano i visitatori le fotografie di centinaia di vittime. Molte erano solo adolescenti. ll governo di Carlos Menem voleva distruggerlo nel 1998 per erigere un monumento al suo posto, ma le proteste popolari lo hanno fermato. Nel 2004, il successore di Menem, Nestor Kirchner, annunciò che sarebbe diventato un museo commemorativo. Circa 500 persone al giorno, turisti e studenti, visitano il sito,  e partecipano ad attività di riflessione e dibattito su ciò che è accaduto in quel luogo.

Ma quanto pesa la memoria della dittatura nell’Argentina che il 22 ottobre va alle urne? Ne parliamo con Daniel Rabanal, un noto artista del fumetto e del disegno che vive e viveva a Buenos Aires. Rabanal è stato, per nove anni, una delle vittime della Junta, la giunta militare della dittatura. Si é salvato, così crede, perché arrestato a Mendoza dalla polizia ufficiale come ladro d’auto: guidava una Renault 4 rubata dai Montoneros, di cui faceva parte. Essendo registrato, non poteva “sparire”, come succedeva in questi casi. Questo non gli ha però risparmiato la tortura, e i nove anni di prigione dura. 

Daniel ci dice che à vero che la decisione dell’Unesco sul famigerato edificio ha il merito di riportare l’attenzione degli argentini su quegli anni; ma anche che la maggior parte della gente, stretta nella morsa della crisi economica, da un inflazione a tre cifre, da un’economia ancor più penalizzata dalla siccità, che ha visto crollare le entrate dai prodotti agricoli e dell’allevamento, ha poca voglia di soffermarsi su eventi di decenni fa. 

Inoltre, ci segnala Rabanal, Javier Milei, il candidato ultraliberista che, secondo alcuni sondaggi, sarebbe il favorito nella corsa alla presidenza, sul tema della dittatura ha una narrazione provocatoria. Col suo movimento Libertad Avanza considera “vittime della sinistra”.le centinaia di persone assassinate dalla guerriglia, mentre ignora le 30.000 persone scomparse durante la sanguinosa dittatura militare.

Migliaia di manifestanti hanno protestato:”Per quasi 40 anni abbiamo lottato nelle strade per la memoria dei nostri compagni arrestati e scomparsi. Continuiamo a chiedere l’apertura degli archivi che nessun governo voleva aprire e continuiamo a recuperare nipoti grazie alla memoria collettiva”, afferma Vanesa Gagliardi, deputata di Buenos Aires del Movimento Socialista dei Lavoratori. Tra un mese sapremo se davvero la ultradestra di Milei guiderà un’Argentina soffocata dal debito, e con una diseguaglianza che ha letteralmente gettato sulla strada migliaia di persone. In tutto questo, la memoria storica della dittatura, pur nelle polemiche, sarà l’ultima delle tematiche del dibattito, e dei pensieri degli elettori.

Nell’immagine da Wikimedia, l’Esma.  Nel testo: Daniel con il suo gatto e, sotto, la copertina di uno dei suoi fumetti più famosi.

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