Sembra che siano giunti ad un accordo per scongiurare un nuovo conflitto. Da mesi tra India e Cina la tensione era alta e ha rischiato più volte di arrivare allo scontro armato.
L’area della discordia è la piana di Doklam, al confine tra la Cina, lo Stato di Sikkim e il regno himalayano del Bhutan. La Cina rivendica quella zona che chiama Donglang, mentre l’India sostiene invece le rivendicazioni del Bhutan.
Da mesi i due giganti asiatici si accusavano a vicenda di sconfinamenti territoriali e gli eserciti sono stati schierati faccia a faccia.
Sabato 2 settembre l’India ha annunciato di aver ordinato le proprie truppe di ritirarsi dall’altopiano di Doklam, in Bhutan.
Secondo gli analisti questa ‘resa’ sarebbe stata funzionale all’incontro dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che si è svolto nella città cinese di Xiamen e che ha dato il via “BRICS Plus”, ovvero ai BRICS allargati.
In quella occasione, infatti Xi Jinping, si è rivolto al primo ministro indiano Narendra Modi, annunciando che“Cina e India dovrebbero portare avanti rapporti bilaterali sani e stabili”.
Tra i motivi della discordia, c’era poi, la costruzione di una strada. L’India si è opposta alla costruzione che passa attraverso il territorio del Kashmir occupato dal Pakistan.
La risposta di Pechino non s’è fatta attendere e ha confermato di aver interrotto la strada della discordia.
La China-Pakistan Economic Corridor rientra nella strategia “One belt, One road” (Obor), la cintura di porti e ferrovie che consentirà alle merci cinesi di arrivare fino al cuore dell’Europa.
Il costo del progetto si aggirava intorno ai 4 miliardi di dollari e la Cina aveva chiesto che gli venisse assegnata una porzione di terreno pubblico tra i 500 e i 1000 acri. La richiesta di assegnazione della terra doveva essere approvata dai governi provinciali del Sindh e del Balochistan.