di Andrea Tomasi
Quanto è importante l’India per il sistema finanziario globale? Quanto è importante politicamente? E quanto lo è soprattutto dal punto di vista economico, con il suo petrolio? Non occorre scomodare l’annosa questione dei due Marò – con la magra figura fatta dalla diplomazia italiana (peraltro poco o nulla si è parlato dei due pescatori indiani uccisi, ma questa è un’altra storia) – per dare la misura di quanto il peso dell’India sia determinante negli equilibri dello scacchiere mondiale. L’Unione europea è il primo partner commerciale dell’India. Rappresenta il 13% dell’interscambio indiano. «A titolo di confronto – spiega il Sole 24 Ore – la Cina pesa per il 9,6%, gli Stati Uniti per l’8,5%. Sul fronte opposto, l’India è il nono partner commerciale dell’Ue. Nel 2015, i Paesi dell’Unione hanno esportato verso il paese asiatico merci per 38,1 miliardi di euro». In una intervista rilasciata a Geopolitica Cȏme Carpentier de Gourdon, membro del Consiglio di redazione di «World Affairs» (India), ha dichiarato che, sul versante internazionale Europa ed India guardano con attenzione all’Afghanistan. Entrambi i Paesi «vorrebbero un Afghanistan abbastanza neutrale, anche se la politica europea verso la regione corrisponde a quella degli Stati Uniti. L’Europa si è un po’ disinteressata all’Afghanistan perché è un problema difficilissimo che non si risolverà mai del tutto». E il ruolo dell’Onu? «Tutto dipende alla fine dagli Stati Uniti e fino a un certo punto dalla Cina. Entrambi non saranno sinceramente d’accordo per una riforma a favore dell’India. Mentre si sa che la Cina è d’accordo in linea di principio, sembra tuttavia una posizione diplomatica e sarà da valutare l’onestà di questo atteggiamento nei confronti di New Delhi. Gli Stati Uniti sono molto ambigui, appaiono favorevoli alle istanze dell’India, chiedendo però in cambio una qualche forma d’impegno da parte indiana a favore di Washington. In ogni caso a livello diplomatico permangono delle posizioni simboliche». Da tempo si parla di un nuovo ordine economico internazionale. «La Cina sta prendendo diverse misure per creare un ordine parallelo finanziario ed economico che a questo punto dovrebbe sostituire la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Si possono citare i casi della New Development Bank, la Banca dei BRICS, oppure la Banca della Shanghai Cooperation Organization (SCO) e anche l’Asian Investment Infrastructure Bank (AIIB), quest’ultima già in azione grazie all’iniziativa cinese. L’India in questa fase sembra un po’ incerta su cosa fare perché è a disagio con delle istituzioni che sono principalmente sponsorizzate dalla Cina». Ma in che condizioni si trova oggi l’India? Forex Info spiega che per il 2017 le stime governative parlano di «un Pil reale che rimarrà tra il 6,75% e il 7,5% nell’anno finanziario 2017-2018 che partirà dal prossimo 1° aprile. La crescita sarà di circa il 7%, un livello inferiore rispetto al 7,6% registrato nel 2015-2016. Le previsioni 2017 e 2018 non si basano solo sull’impatto che ha avuto la demonetizzazione sull’India ma anche su altri fattori tra cui l’aumento del prezzo del petrolio». E intanto sabato 4 febbraio, nel silenzio generale, nel Paese si è consumato un disastro. Almeno 40 tonnellate di petrolio sono finite in mare. Due petroliere si sono scontrate al largo del porto di Ellore, nel Sud del Paese (Tamil Nadu). Un ecatombe per la flora e la fauna marina e la prospettiva di non-vita per il prossimo futuro. «Descrivendo la recente collisione di due navi al largo della costa di Chennai come uno sfortunato incidente causato da “errore umano”, il ministro della pesca D. Jayakumar ha spiegato che sono stati messi in opera tutti gli sforzi possibili per rimuovere la chiazza di petrolio. Il ministro ha anche aggiunto che la fuoriuscita di petrolio dalla nave danneggiata è stata arrestata». L’agenzia Ansa spiega che l’urto «ha provocato una fuoriuscita di petrolio che, assicurano gli esperti, manifesta ora i suoi gravi effetti, con pesanti minacce alla biodiversità marittima e la paralisi dell’attività di migliaia di pescatori. Si parla di centinaia di tartarughe, uccelli e pesci morti, di 24 chilometri di costa a nord di Chennai contaminati e di un disastro per il settore ittico perché la gente ha deciso di non comprare più pesce, ed i pescatori non possono uscire in mare».
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/asia/2017/02/02/india-petrolio-in-maree-disastro-a-sud_e3eabbe0-b652-4718-9805-25ffecef8f97.html
https://www.forexinfo.it/india-economia-previsioni-2017-ban-rupia
foto tratta da http://www.informarexresistere.fr/2017/02/06/strage-per-animali-e-ambiente-in-india-il-disastro-petrolifero-di-cui-nessuno-parla-video/