I misteri di Haiti

Per la prima volta parla la vedova del Presidente assassinato il 7 luglio: "Volevano uccidere i suoi sogni". Port-au-Prince chiede aiuto a Washington che invia investigatori

“In un batter d’occhio, i mercenari sono entrati in casa mia e hanno crivellato mio marito di proiettili. Questo atto non ha nome perché devi essere un criminale senza limiti per assassinare un Presidente come Jovenel Moïse, senza nemmeno dargli la possibilità di dire una sola parola”. Per la prima volta parla la moglie del Presidente di Haiti che ha raccontato  il momento in cui gli assassini hanno “crivellato” di colpi il marito  dopo aver fatto irruzione nella loro casa nel cuore della notte. Martine Moïse ha detto che l’attacco è avvenuto così rapidamente che suo marito Jovenel non è stato in grado di “dire una sola parola”. Il capo dello Stato di Haiti  Moïse è stato ucciso il 7 luglio: sotto accusa ci sono 28 mercenari stranieri. Anche la signora Moïse è rimasta ferita nell’attacco ed è stata trasportata in aereo a Miami per essere curata. Secondo la vedova, il marito è stato preso di mira  per motivi politici: in particolare per il  referendum sulle modifiche alla Costituzione che avrebbe potuto conferire al Presidente più potere. “Volevano  assassinare il sogno del presidente”, ha detto.

Ma sulla morte del Presidente haitiano grava ancora un forte mistero mentre un senso di insicurezza si è impadronito del Paese che ha chiesto aiuto a Washington: le autorità di Port-au-Prince hanno infatti chiesto al presidente americano Joe Biden l’invio di truppe nel Paese per contribuire alla sua stabilizzazione e per assicurare il controllo sulle infrastrutture.  Washington ha così deciso – ha reso noto la casa Bianca –  di inviare ad Haiti per ora  agenti del Fbi e del Dipartimento per la sicurezza nazionale (Dhs) per contribuire alle indagini sull’assassinio del Capo di Stato. La decisione è ovviamente fortemente legata al  coinvolgimento di due cittadini americani accusati di aver fatto parte del commando di assassini. I due americani coinvolti nell’agguato al Presidente Moïse sono James Solages, di 35 anni, e Joseph Vincent, di 55 anni, entrambi di origine haitiana. I due hanno sostenuto durante l’interrogatorio del magistrato di aver svolto un lavoro da interpreti all’interno del commando e che la missione era arrestare il presidente nell’ambito di un mandato giudiziario, non ucciderlo.

Joseph Lambert, leader del Senato di Haiti, è stato intanto scelto come presidente ad interim del Paese  dai suoi colleghi della Camera alta del Parlamento di Port-au-Prince ma la situazione politica interna resta ancora assai confusa: Claude Joseph, ministro degli Esteri ed ex Premier ad interim cui doveva succedere Ariel Henry – nominato dall’ex Presidente a quell’incarico – si è di fatto riattribuito l’incarico di Capo del governo ad interim facente funzioni e sbrigando tutti gli affari di governo senza avere l’autorizzazione del Parlamento. Henry avrebbe dovuto fare giuramento ma non lo ha fatto in seguito all’attacco del commando che ha giustiziato Moïse .

(Red/Est)

Nella foto di copertina il presidente haitiano con l’ambasciatrice degli Usa Kelly Craft nel 2020

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