Il Mondo ha fame di sviluppo

Al via la la Campagna 070 promossa da Focsiv, AOI, CINI e Link 2007, con il patrocinio di ASVis, Caritas Italiana, Forum Nazionale del Terzo Settore e MISSIO. Chiede  impegni concreti per destinare lo 0,70% del Pil alla cooperazione internazionale e allo sviluppo equo e sostenibile

di Alessandro Graziadei

Dopo il lancio con un primo webinar il 22 settembre 2021, ieri è stata presentata ufficialmente la Campagna 070 promossa da Focsiv, AOI, CINI e Link 2007, con il patrocinio di ASVis, Caritas Italiana, Forum Nazionale del Terzo Settore e MISSIO. La Campagna 070 chiede impegni concreti per destinare lo 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale e allo sviluppo equo e sostenibile dei paesi impoveriti, nella convinzione che quest’impegno disciplinato dalla legge 125/2014 sia strategico e vantaggioso per tutti, non solo per i cittadini dei paesi più poveri, ma anche per le nostre comunità. Una prospettiva oggi lampante per via della variante Omicron, ma almeno nella teoria chiara da anni, da quando il 24 ottobre 1970 l’Italia ha firmato la risoluzione dell’Assemblea ONU che impegnava i paesi a destinare lo 0,70% del PIL alla cooperazione internazionale. Attualmente nella legge di bilancio 2022 gli stanziamenti triennali per l’Assistenza pubblica allo sviluppo (APS) sono complessivamente di € 5.557.340.962 ed è da apprezzare che l’aumento di tali risorse sia definito fino al 2026.

Questa prospettiva permetterebbe di garantire maggiore certezza nella programmazione, come sempre richiesto dalle ong, attraverso un significativo impegno finanziario che consentirebbe all’Italia e ai soggetti pubblici e privati della cooperazione internazionale di essere maggiormente incisivi. Per questo adesso gli obiettivi immediati della Campagna sono sensibilizzare e mobilitare ulteriormente la società civile e convincere quelli che convinti non lo sono, cioè buona parte dei politici italiani, ad aumentare ulteriormente le risorse dedicate agli aiuti allo sviluppo e a presentare una legge che impegni i futuri governi a impegnare nella cooperazione lo 0,70 del PIL, come è già stato fatto da altri paesi europei.

La legge di bilancio 2022 e la Campagna 0,70 potrebbero invertire un trend che negli ultimi anni ha visto il Belpaese registrare una progressiva riduzione delle risorse dedicate alla cooperazione internazionale che attualmente sono ferme allo 0.22% del PIL. Come confermano i più recenti dati OCSE, l’Italia ha dedicato alla cooperazione un impegno inferiore non solamente a quello di altri Paesi con i quali ci possiamo confrontare per dimensione economica e livelli di reddito, Germania, Regno Unito, Francia e Giappone, ma anche a quello di Paesi come Olanda, Norvegia e Svezia. Eppure oggi la cooperazione internazionale può costituire un elemento essenziale di relazioni internazionali e di politiche solidali, capaci di coinvolgere sia istituzioni nazionali, che comunità locali, nel nome della giustizia sociale. Una risorsa fondamentale (non solo nel campo sanitario per prevenire altre varianti africane di Covid-19), soprattutto in un momento nel quale la pandemia ha amplificato significativamente le disuguaglianze e le povertà nel mondo, in un crescendo di esigenze e di richieste di cooperazione e di interventi in campo sanitario, educativo, alimentare, ambientale, economico e della promozione dei diritti umani. Per le realtà che hanno dato vita alla Campagna “Non c’è più tempo: il mondo ha fame di sviluppo e di giustizia. È il momento di adottare precise scelte politiche per la costruzione di un mondo migliore, più equo, più giusto e sostenibile per tutti, in particolar modo per le popolazioni più povere e vulnerabili”, anche in virtù dell’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile che vorrebbe rafforzare e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Come farlo? Per Ivana Borsotto, presidente di Focsiv e portavoce nazionale della Campagna 070, “serve un’azione corale nelle scuole, nelle piazze, nelle comunità che non è finalizzata a criticare il Governo, ma a spronarlo, nella consapevolezza che la cooperazione è oggi una parte integrante di una politica estera che si costruisce tra Stati, ma anche tra comunità”. Anche per questo “riuscire a destinare 8,4 miliardi entro il 2027, cioè lo 0,50 del PIL e 11,7 miliardi entro il 2030, cioè lo 0,70 del PIL, non è un lusso, ma una scelta responsabile e lungimirante di chi ha capito che in un modo sempre più interconnesso dove i problemi sono su scala globale, lo sono anche le soluzioni”. Serve allora “un atto di fiducia” che si concretizzi al più presto “in un disegno di legge”. “La mobilitazione sociale e ancor di più il coinvolgimento della politica sono fondamentali”, ha ricordato ieri nel suo intervento, Romano Prodi, già Presidente del Consiglio e della Commissione Europea. Da economista, ancor prima che da politico il professore ha ricordato che oggi “La cooperazione non è un in più e compete per coscienza e competenza al settore pubblico, perché il privato da solo ne regge il peso solo in piccola parte”. Occorre per questo difendere la scelta politica degli aiuti allo sviluppo, “con un garante parlamentare, perché la cooperazione oggi vittima di altri interessi e non appartiene ancora agli obiettivi specifici di un Paese” e dal punto di vista sociale “serve ancora più trasparenza nell’uso dei fondi e nella concretezza dei suoi risultati”. Prodi ha voluto ricordare che la cooperazione, talvolta accusata di corrompere e rallentare lo sviluppo, se ben fatta è spesso “l’unica soluzione per rilanciare ambiti sociali ed educativi che in alcuni contesti non troverebbero mai le risorse per rilanciarsi” e ha invitato questa doverosa ed ambiziosa Campagna “a non limitarsi ad usare la pandemia come esempio di buona cooperazione, il vaccino può essere la chiave per chiarire le nostre connessioni globali, ma occorre radicare questo impegno ad un livello politico e culturale e non solo alla drammatica contingenza del Covi-19”.

Per Monsignor Giuseppe Satriano, Presidente Fondazione Missio, (che è intervenuto con un intervento registrato), “la Campagna è l’occasione per dimostrare che i bisogni dei beneficiari valgono più degli interessi dei benefattori” e che come ha ricordato il Papa nella lettere enciclica Fratelli Tutti “la fraternità e la cultura della cura sono un orizzonti non solo cristiani” che ben si saldano con una Campagna per lo 0,70 che ci ricorda che “nessuno si salva da solo”. Uno spirito di fratellanza ricordato anche da Massimo Pallottino, di Caritas Italiana: “in un contesto globale la Campagna per lo 0,70 è la via maestra per un Noi più grande” che “non deve essere un pensiero utopico, ma piuttosto un pensiero realista, non di carità o di interesse, ma di giustizia sociale, capace di superare la dicotomia Noi/Loro facendosi carico delle fragilità di tutti, che non sono mai una colpa, ma sempre un ostacolo da rimuovere, in un mondo che ha fame anche e soprattutto di giustizia”. Hanno chiuso il lancio di questo importante impegno, ritenuto dalla Borsotto e da Marcella Mallen, Presidente ASviS – Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, “non una gara di 100 metri, ma una maratona, in linea con il target 17 dell’Agenda 2030, che deve condividere solidarietà e competenze (come per esempio i vaccini), perché i problemi di chi rimane indietro sono anche i nostri”, anche Luca De Fraia, del Forum Terzo Settore e Raoul Tiraboschi, di Slow Food Italia. Se per De Fraia “la cooperazione è il nostro modo per concepire una solidarietà che non finisce fuori casa, ma guarda oltre, costruisce ponti e immagina un destino comune che vada ben oltre l’emergenza emblematica del Covid” per Tiraboschi “questa Campagna è un atto indispensabile per aumentare la consapevolezza, la conoscenza e la trasparenza della cooperazione e interrogare la politica sull’importanza di rilanciare quel legame solidale tra comunità che è alla base di uno sviluppo sostenibile comune”. Come ha ricordato in chiusura Roberto Natale, di RAI per il Sociale, che ha moderato l’incontro “la cooperazione evidenzia oggi più che mai quanto siamo tutti connessi” e usando le parole di Papa Francesco in Fratelli Tutti, ci ricorda che “La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti”.

(Questo articolo è uscito anche  su Unimondo)

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