Indonesia: i lavoratori contro la riforma

La legge Omnibus sul mercato del lavoro modernizza le leggi sugli investimenti ma penalizza chi lavora e l'ambiente

La rabbia che da lunedi scorso infiamma la nazione insulare del Sudest asiatico dopo l’approvazione in parlamento della Legge Omnibus su lavoro e investimenti è esplosa martedi, mercoledi e giovedi nella capitale allargandosi anche ad altre città in tutto l’arcipelago indonesiano. Decine di migliaia di indonesiani hanno continuato infatti a manifestare in tutto il Paese come ormai avviene dal giorno dopo l’approvazione della legge di riforma del mercato del lavoro. Gli arresti ammontano a centinaia mentre scioperi e proteste scuotono diverse città indonesiane soprattutto a Giava. L’atmosfera è tesa e i sindacati, che hanno proclamato tre giorni di sciopero, non intendono mollare la presa sino a che la legge non tornerà in parlamento, cosa probabile perché, gli stessi partiti che le hanno votato contro, forti della piazza, potranno ora pretenderne una revisione.

L’articolo di oggi sul Jakarta Post traccia un bilancio degli incidenti nei giorni scorsi

La legge, che modifica 79 disposizioni legislative in materia di lavoro e che è stata fortemente voluta dall’esecutivo del presidente Joko “Jokowi” Widodo, è stata approvata con il sostegno di sette partiti su nove. E ora i due contrari – quello dell’ex presidente Yudhoyono e una formazione islamista – promettono battaglia mentre la Confederation of All Indonesian Workers Unions (quasi 5 milioni di aderenti) vuole sottoporre il caso alla Corte costituzionale..

Pietra miliare della riforma di Jokowi

La legge è una pietra miliare della riforma che Jokowi ha in mente per rendere il Paese più agguerrito ed efficiente sul piano produttivo per meglio competere con le rivali Malaysia, Vietnam o Thailandia. Vuole rendere l’Indonesia un posto attraente per aziende straniere in cerca di nuovi mercati o di produzioni delocalizzate. Ma il piano, se snellisce la burocrazia e modernizza la macchina statale, tiene poco in conto i diritti di chi lavora e poco fa per la salvaguardia ambientale. Licenziare e inquinare, insomma, sembrano i due buchi neri che hanno fatto imbufalire i sindacati che lamentano di esser stati tagliati fuori dal dibattito sulla formulazione della Omnibus.

Per il presidente è invece essenziale e consentirà almeno due-tre milioni di nuovi posti di lavoro. Come ha spiegato prima del voto alla Bbc lo stesso Jokowi: “Vogliamo semplificare i processi burocratici di autorizzazione e vogliamo velocità con un’armonizzazione della legge che crei servizi rapidi e una rapida definizione delle politiche in modo che l’Indonesia sia più veloce nel rispondere a come cambia il mondo”. Ma la sua legge sembra troppo vicina alle teorie neoliberiste che finora lo hanno governato con effetti nefasti sulle categorie più fragili e sui diritti di chi ha già un lavoro: abolisce il salario minimo settoriale, a favore dei minimi fissati dai governatori regionali; riduce l’indennità di licenziamento da 32 mensilità a un massimo di 19 anche se viene creato un fondo statale di sostegno; aumentano gli straordinari consentiti fino a un massimo di 4 ore al giorno e 18 ore settimanali; i giorni liberi si ridurranno da due a uno. Vengono poi ridotte le restrizioni sull’esternalizzazione e sui posti di lavoro in cui possano lavorare espatriati. Infine la legge diventa più morbida sugli standard ambientali poiché costringe le imprese a presentare un’analisi di impatto ambientale solo se il progetto viene considerato ad alto rischio.

(Red/E.G.)

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