La protesta a Ottawa dalla strada al web (aggiornato)

Gli abitanti esasperati mettono in rete nomi e targhe dei trucker. Il nuovo capo della polizia annuncia il pugno duro  e inizia la manovra di sgombero dei mezzi dei camionisti. Primi arresti

La polizia di Ottawa ha  iniziato ad effettuare arresti nel centro della città e ha  chiesto ai manifestanti di rimanere tranquilli  mentre le forze di sicurezza si sono mosse oggi  per liberare un’occupazione che ha bloccato il centro della capitale canadese per tre settimane. Decine di veicoli della polizia  un centinaio di agenti  sono arrivati vicino alla Ottawa Art Gallery già  verso le 13:00 di oggi  (le 8 del mattino in Canada) dove circa 20 veicoli sono stati parcheggiati dalla fine di gennaio, bloccando la carreggiata. E’ dunque iniziata la manovra di sgombero dei trucker e dei loro mezzi.

di Maurizio Sacchi

Mentre il nuovo capo della polizia di Ottawa si preparava a rimuovere il blocco dei camionisti no-vax che paralizza la capitale del Canada, lo scontro fra sostenitori e oppositori del cosiddetto Freedom Convoy si era intanto sposta sulla rete. E da lì minaccia di tornare in forma tangibile sulle strade. Un sito in crowdsourcing chiamato End the Occupation monitora i punti caldi del convoglio, permettendo agli  abitanti di Ottawa di vedere dove la gente ha riferito di essere stata molestata o bloccata. E alcuni stanno andando oltre. Un account Instagram, @ottawaconvoyreport, ha raccolto foto e video di persone e camion impegnati in comportamenti illegali.Tra questi, il suono assordante e continuo  dei clacson dei camion, a tutte le ore, al punto da causare un’ingiunzione della polizia. Alcuni manifestanti accampati nei parchi e in vari angoli della città  molestano i passanti.  Una forma  estrema di protesta che ha fatto da esempio in varie  città degli Stati Uniti e di tutto il mondo. 

Molti abitanti di Ottawa ne hanno avuto abbastanza e ora stanno prendendo l’iniziativa. Alcuni stanno semplicemente compilando mappe in crowdsourcing dei punti caldi del convoglio, ma altri si sono spinti oltre, pubblicando ivolti e  nomi dei partecipanti al blocco per svergognarli pubblicamente. Leo (uno pseudonimo) è un professionista della sicurezza informatica e vive nel quartiere residenziale che circonda gli edifici governativi di Ottawa. Il 2 febbraio, Leo ha usato Ushahidi, uno strumento di mappatura software, comunemente usato per il monitoraggio delle elezioni, per creare un sito crowdsourced: End the Occupation.

Il suo obiettivo é quello di creare una mappa in tempo reale che gli abitanti di Ottawa possano usare per vedere dove la gente aveva riferito di essere stata molestata o bloccata.  Un modo per combattere ciò che vede come una risposta inadeguata da parte della polizia locale, che crede si sia spesso schierata con i manifestanti. Per pubblicizzare la mappa e far sì che i suoi vicini inseriscano informazioni, ha chiesto al consigliere comunale di Ottawa Shawn Menard di condividere il link sul suo feed di Twitter. Menard dice che si è sentito in dovere di farlo. “Il sito mostra come l’organizzazione dei residenti, supportata da strumenti tecnologici, può consentire una potente condivisione delle conoscenze e il crowdsourcing della comunità, che dipinge un quadro più ampio che sarebbe normalmente riservato alle forze tradizionali come la polizia”, dice. “L’ho condiviso a causa della mancanza di sostegno ai residenti di Ottawa da parte delle istituzioni tradizionali”. Ma in poche ore, il sito è stato inondato di spam. “C’erano immagini pornografiche  esplicite, razzismo, materiale antisemita, misoginia”, dice Leo. Lo spam è diventato così prolifico che ha dovuto chiudere temporaneamente il sito.

Altri attivisti di Ottawa stanno andando oltre. Un sito, Convoy Traitors, sta usando WordPress per pubblicare foto di manifestanti, targhe, nomi di società di trasporti identificabili dalle scritte sui camion, per risalire alle loro identità.  “La nostra missione è quella di documentare ogni azienda identificata come coinvolta nell’occupazione di Ottawa del 2022 Truckers Convoy”, dice la dichiarazione di missione del sito. “Questo include camionisti, imprese di supporto, hotel e ristoranti. Nominando ed etichettando speriamo di assicurarci che ogni futura ricerca su internet riveli la vera natura di queste imprese”. Un’altra fonte, @ottawaconvoyreport, su Instagram, ha postato foto e video  di persone e camion impegnati in comportamenti probabilmente illegali. L’account ricorda @homegrownterrorists, che ha usato il suo feed per nominare e smascherare le persone che hanno partecipato all’iassalyo del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti. Il 10 febbraio, @homegrownterrorists, che rimane un account anonimo, ha condiviso le informazioni di @ottawaconvoyreport sulle sue storie di Instagram, suggerendo che ha approvato l’approccio.

Qualche espertosi é dettopreoccupato. Ci si muove al limite del doxxing: pubblicare il nome di una persona e altre informazioni personali su internet, spesso invitando a minacce alla sicurezza personale e familiare.   “È (…) una questione di etica e di intenzione”, dice Casey Feisler, un assistente professore di scienze dell’informazione all’Università Boulder del Colorado, che studia le comunità online e l’etica. “Vogliamo che la persona che guida quel camion venga licenziata e non abbia più un reddito? Questo risolve l’ingiustizia?(…) Qual è la differenza tra lo shaming online  e il vigilantismo?”, si chiede. “E ( come stabilire) la differenza tra  ‘buon’ vigilantismo e  ‘cattivo’ vigilantismo?

Intanto Steve Bell, nominato capo ad interim del servizio di polizia di Ottawa, dopo che il suo predecessore é stato rimosso per scarso impegno nel contrasto al Freedom Convoy, ha riferito mercoledì sera ai consiglieri comunali sera che  la polizia ha un piano operativo per  riprendere il controllo del centro della capitale del Canada.  “Non sarà una svolta veloce. Questa è un’operazione che richiederà (…) un certo numero di giorni per essere eseguita e realizzata”, ha detto Bell. “Ci riprenderemo l’intero nucleo del centro e ogni spazio occupato. … Rimuoveremo questa protesta illegale. Riporteremo la nostra città ad uno stato di normalità”.Il tutto mentre il meteo prevede l’arrivo di una “grande” tempesta invernale che investirà Ottawa giovedì notte e venerdì mattina, con  20-25 centimetri di neve e pioggia gelata. Dato il  gran numero di veicoli ancora piazzati sulle strade principali della città, rimane poco chiaro quale potrebbe essere l’impatto sull’azione della polizia. Un certo numero di veicoli sembra muoversi dalle  posizioni lungo Wellington Street, di fronte a Parliament Hill, mentre rimangono bloccati tratti significativi di strade centrali, come Kent Street.  Recinzioni sono state erette intorno al Senato e al Parlamento,

Giovedì mattina la polizia ha distribuito volantini che mettono l’accento sul potenziale di pesanti conseguenze per chi insista nell’azione di blocco.“Il servizio di polizia di Ottawa vuole informarvi che, secondo la legislazione provinciale e federale, dovrete affrontare gravi sanzioni se non cessate ulteriori attività illegali e non rimuovete immediatamente il vostro veicolo e/o la vostra proprietà da tutti i siti di protesta illegali”, ha detto la polizia nell’avviso. Queste conseguenze includono accuse penali, sequestro di patenti e veicoli, sospensione o cancellazione delle registrazioni di operatori di veicoli commerciali, e il congelamento dei conti bancari personali e aziendali, anche per le valute virtuali. I dimostranti rimasti nella capitale hanno  reagito affiggendo avvisi ai lati dei loro camion  in cui si afferma che la polizia non è autorizzata ad entrare nei veicoli.

La Children’s Aid Society di Ottawa ha anche avvertito che chiunque partecipi dovrebbe “avere piani per la cura dei propri figli in caso di detenzione da parte della polizia.(…). La CASO ha il mandato di proteggere un bambino quando il suo genitore non è più in grado di esercitare i suoi diritti di custodia sul bambino e il genitore non ha preso provvedimenti adeguati per la cura e la custodia del bambino”, si legge nel comunicato.

Aggiornato alle ore 17 del 18 febbraio

In copertina uno scatto di Wolfgang Hasselmann (cropped)

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